Londra-Milano-Sanremo: lungo queste tre direttrici si svolge la vita frenetica che Noemi sta conducendo in queste settimane. A Londra sta dando gli ultimi ritocchi al nuovo disco che, come si capisce dal titolo Made in London, è stato registrato lì; a Milano è invece impegnata nelle prove del talent show di Rai 2 The Voice of Italy, che la vedrà da marzo per la seconda volta nei panni di giudice accanto a Raffaella Carrà, a Piero Pelù e al rapper J-Ax, che ha preso il posto di Riccardo Cocciante; a Sanremo si sta preparando in vista del Festival a cui parteciperà per la terza volta. Questo è il resoconto di un tortuoso colloquio telefonico avvenuto prima e dopo un volo aereo.
Ce la fai a reggere questa vita così intensa?
«Sì, perché vuol dire che le cose mi stanno andando bene e allora bisogna sfruttare le occasioni al massimo. Per fare questo mio nuovo disco ci ho messo anima e corpo e sono felice che prima a Sanremo e poi a The Voice potrò farlo sentire a così tanta gente».
Nel disco sono contenute anche le due canzoni che presenti al Festival. Una si intitola Un uomo è un albero. Cosa significa?
«È come vorrei essere. Un albero ha radici profonde, riesce a superare le intemperie, cresce ma non resta sempre uguale perché cambia le foglie. Mi sembra una bella metafora per esprimere la fermezza, il coraggio, la coerenza, la capacità di aver le certezze senza però la paura di cambiare. Poi l’albero ospita gli animali ed è quindi anche un simbolo della bellezza dell’aprirsi agli altri».
Ti piace il cast di Sanremo?
«Sì, c’è una bella varietà di generi musicali, compreso il rap rappresentato da Frankie Hi-Nrg che io stimo tantissimo. E poi sono molto contenta del fatto che ci siano tanti giovani: sono molto curiosa di sentirli. La gara la sento molto poco, perché tanto poi, fin dai tempi di X Factor, non vinco mai...».
Il 26 ottobre hai cantato per papa Francesco in occasione del pellegrinaggio delle famiglie. Lo hai anche incontrato?
«Sì, gli ho pure stretto la mano. Sono rimasta colpita dal fatto che si è ricordato che io avevo cantato. Eravamo stati talmente in tanti a esibirci, che potevo pure passare inosservata. E invece mi ha detto: “Canti bene, però eri troppo seria!”. Aveva ragione, perché non è che capita tutti i giorni di cantare davanti al Papa, anche se, a dire il vero, più che davanti a un Pontefice ho avuto l’impressione di trovarmi di fronte a un semplice parroco, pieno di energia».
È vero che collabori pure con la Comunità di Sant’Egidio?
«Sì, ho partecipato anche a una manifestazione contro la pena di morte. Penso che sia molto importante non perdere il contatto con il mondo che ci circonda. Faccio un lavoro che ti fa concentrare tanto su te stessa. Però, quando scendi dal palco, è giusto dedicare un po’ del tuo tempo agli altri».