Giampiero Leo.
Kabul, Aleppo, Nizza, Dacca, Istanbul, Baghdad. E prima
ancora Bruxelles e Parigi, Tunisi: molti altri luoghi, dall'altra
parte del mondo o a un passo da noi. E' sempre più lunga la scia di
sangue legata al fanatismo di matrice religiosa, una serie di
attacchi che trovano nella devastante follia dell'Isis un appiglio
ideologico, anche se poi si attuano con modalità e in condizioni
tutt'altro che uniformi. E' la globalizzazione del terrore, è una
strategia volta a ispirare odio, panico, sospetto. Ma c'è anche chi,
pur nello sgomento, si sforza di rispondere con l'incontro e la
conoscenza. Mercoledì 27 luglio, alle 20,30, a Torino, nell'Arsenale
della Pace, sede del Sermig (fondato da Ernesto Olivero) si
tiene un appuntamento organizzato dal movimento interrreligioso “Noi siamo con
voi”, cui aderiscono le principali comunità religiose presenti in
Piemonte, dai cristiani di diverse Chiese (cattolici, protestanti, ortodossi) agli islamici, dagli ebrei
ai buddisti.
«Due
sono le direttrici che ci guidano» spiega
Giampiero Leo,
coordinatore del movimento e vicepresidente del Comitato per i
diritti umani della regione Piemonte. «Da
un lato vogliamo evitare la tentazione di criminalizzare il diverso o
anche solo di guardarlo con sospetto.
Contemporaneamente, però,
chiediamo a tutti, cominciando dai fratelli islamici, una netta e
ferma condanna di ogni atteggiamento violento». Nato all'inizio del
2015. il movimento “Noi siamo con voi” ha alle spalle una lunga
tradizione di dialogo, sviluppatasi a Torino e in Piemonte grazie
alla storica compresenza di diversi gruppi religiosi (si pensi, ad
esempio, alla
Chiesa valdese e alla nutrita comunità ebraica), ma
anche al ruolo di uomini coraggiosi come il
cardinale Michele
Pellegrino.
«I momenti di confronto bilaterale sono da tempo una
realtà» riflette ancora Leo. «A un certo punto però ci siamo resi
conto che queste esperienze, pur feconde, non sarebbero più state
sufficienti. Di fronte all'orrore che stiamo vivendo serve un impegno
straordinario. E servono messaggi inequivocabili».
Il
movimento lavora su diversi fronti. Tra i momenti pubblici che lo
hanno visto protagonista, spicca la marcia pacifica del 10 giugno
2015, cui parteciparono i vertici delle principali comunità
religiose presenti sul territorio, accanto ai rappresentanti delle
istituzioni e a diverse migliaia di cittadini. L'intervento di
chiusura fu affidato all'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare
Nosiglia, un convinto sostenitore del movimento.
A un anno di
distanza la chiamata si rinnova. E ancora una volta la testimonianza
gravita attorno alla sede del Sermig, ex arsenale militare
trasformato in luogo di pace, un tangibile segno di speranza anche in
tempi così carichi d'odio.
Ma
l'impegno del movimento non si esaurisce nelle manifestazioni di
piazza. Recentemente il gruppo di lavoro ha organizzato un convegno
internazionale sull'enciclica Laudato si' di
Papa Francesco, letta dal punto di vista delle diverse comunità
religiose. Analoghi momenti di studio hanno interessato testi
fondativi della teologia islamica e buddista. «Ogni comunità esce
rafforzata» riflette ancora il coordinatore «perché non solo
impara a conoscere le tradizioni degli altri, ma riceve anche spunti
per approfondire il proprio patrimonio spirituale». A queste
iniziative si accompagnano momenti di solidarietà, con raccolte di
fondi, provviste e beni da destinare a popolazioni in difficoltà. Da
non trascurare, infine, l'impegno politico: «Proprio in occasione
delle recenti elezioni comunali», conclude Leo «abbiamo
sottoscritto un documento che individua nella democrazia la forma di
governo ideale, cui guardano tutte le religioni coinvolte. Il nostro
è dunque un netto rifiuto verso i governi teocratici, autocratici o
paternalisti».