Pubblichiamo l’intervento di suor Paola Fosson, religiosa paolina e giornalista, in occasione della Giornata della vita consacrata, che si celebra ogni anno il 2 febbraio.
Più volte nei suoi interventi, papa Francesco ha ricordato che oggi viviamo “un cambiamento d’epoca”, con problemi e contraddizioni che si ripercuotono in tutti gli ambiti della vita umana: sociale, politica, ecclesiale.
Neppure la vita consacrata è esente da difficoltà, e sperimenta quanto sia faticoso oggi mantenere vivo un carisma! Non è facile infatti cambiare mentalità, confrontarsi con la realtà che muta in maniera vertiginosa; lasciarsi alle spalle abitudini consolidate, consuetudini divenute poco significative per ri-tarare il percorso, per reinventarsi.
Fanno fatica gli anziani come i giovani. Guardando “rasoterra” e senza un briciolo di speranza, ci sarebbero molti motivi per far prevalere la tentazione della sopravvivenza, rinchiudersi nelle proprie case e nei propri schemi mentali, rimpiangendo il passato e lasciando il cuore inaridire in nostalgie.
Non mi pare che sia così! Sento che la vita consacrata, in particolare quella femminile, mantiene viva la consapevolezza della sua dignità battesimale e del suo compito missionario di evangelizzazione.
Desidera vivere; non sopravvivere! Crede che la chiamata di Dio non si esaurisce con il mutare dei tempi e l’avanzare dell’età e neppure la complessità del momento presente può azzerare del tutto gli orizzonti apostolici.
Pertanto, non smette di alimentare la propria vita: certamente con la parola di Dio e con la preghiera, ma anche di nutrirla con la riflessione, l’ascolto, il confronto e il discernimento.
Come hanno fatto le suore Pie Discepole del Divin Maestro, che riunite in convegno ad Ariccia (Roma) intorno al tema: “La voce della donna nei ministeri della Chiesa” (28 gennaio-3 febbraio 2024), hanno inteso celebrare il loro centenario di fondazione, non tanto guardando indietro, ma spingendo lo sguardo in avanti verso il futuro, come chiede la fedeltà al proprio carisma.
E, attraverso modalità sinodali e il confronto con una pluralità di voci, hanno approfondito la tematica proposta, sotto l’aspetto biblico-antropologico, ecclesiologico e carismatico, per individuare nuove forme di comunione, di partecipazione, di missione.
Nel clima di speciale attenzione alla donna, incentivato anche dal magistero di papa Francesco, a 60 anni della Sacrosanctum Concilium, nel convegno di Ariccia è stato inoltre trattato l’argomento della ministerialità femminile, e in particolare della ministerialità della Pia Discepola.
Ecco un esempio, certamente non unico, dello sforzo delle religiose di reagire in maniera costruttiva alla complessità della situazione odierna, e del loro desiderio di continuare ad essere, nella Chiesa e nella società, segno credibile dell’amore di Dio per l’intera famiglia umana.