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«Non buttate i vostri bambini in cambio delle promesse di un uomo»

22/05/2018  La storia di Benedetta e di Maria Stella: un vero inno alla vita. «Spero che sia una testimonianza per molte altre ragazze come me»

Lei è la mia meravigliosa bambina, Maria Stella, e fra quattro giorni avrà cinque mesi. Ho amato questa figlia dal primo istante in cui ho visto e ascoltato battere il suo cuore in quella ecografia... È stato sconvolgente: lei era viva, era dentro di me, minuscola, quasi invisibile, ma il suo cuore batteva... e voleva me. Avevo solo 18 anni, da due giorni. E tanti progetti, sogni, allenamenti, gare, feste, scuola, divertimenti. Certo, un figlio non era contemplato nel presente, neanche nel futuro; anzi, per essere sincera, non era contemplato proprio nella mia vita. Ma è capitato, come capita a tante ragazze come me e anche più giovani. Lei era già lì… ho detto sì.

E queste siamo noi oggi. Mi hanno detto che ho avuto un coraggio enorme ad andare avanti da sola, un anno fa, cinque mesi fa e oggi. È vero, c’è voluta tanta forza, ma ci vuole tanto coraggio anche ad affrontare una malattia, una perdita, un dolore, una gara, un rigore... perché non un figlio? Chi mi conosce sa la mia storia, chi non mi conosce ha inventato le favole più fantascientifiche su di me e su di lei, e le mie povere orecchie hanno sentito di tutto. Questa figlia è nata da un grande amore, ma nessun amore, per quanto grande, è sicuro. E si resta sole, come qualunque altra donna che abbia concepito il proprio figlio in una sera in discoteca, o in un’avventura senza importanza, o con un uomo di cui non ricorda neanche il nome.

Non buttate i vostri bambini per chi non c’è più. Non buttateli in cambio dell’amore o delle promesse di un uomo. Non buttateli per i divertimenti, le feste, l’università, la libertà o per la prospettiva di una vita migliore. Non buttate questo dono per il mondo, la gente, le chiacchiere, la vergogna, la paura di rovinarvi il corpo, la paura della solitudine... Un figlio vale più di tutto questo, vale anche più di noi stessi. È vero, all’inizio ci saranno genitori sconvolti, arrabbiati, delusi, amici che rideranno, vicini che spettegoleranno, persone che vi isoleranno come lebbrose, ma avete il vostro bambino, non siete e non sarete mai più sole e questo, credetemi, basta. Basta una tuta vecchia con un cuore che vi scoppia di gioia nel petto mentre guardate il vostro bambino spegnere le candeline sulla sua torta anno dopo anno, piuttosto che avere venti paia di scarpe, una bella macchina e tanti vestiti. Ma non riuscire a trattenere le lacrime al pensiero che il vostro bambino quelle candeline non le spegnerà mai: adesso avrebbe avuto un anno, adesso due... Odiare per anni anche solo la vista di un pancione o di un passeggino e distruggersi pensando a come sarebbe stato, se vi sarebbe somigliato almeno un po’, come sarebbero stati i suoi occhi, i suoi capelli... e se fosse stato un maschietto o una bambina.

L’aborto non paga mai, l’aborto devasta per sempre e devasta te, non i tuoi amici, il tuo ragazzo o i tuoi genitori… devasta te. E invece il miracolo è questo: un sorriso bellissimo, due manine grassocce e un amore indescrivibile. Ho avuto tanto affetto, tante mani tese ad aiutarmi, incoraggiarmi, darmi forza, persone impensabili che magari prima neanche mi salutavano e dopo facevano a gara per chiamarmi, accompagnarmi e offrirmi il loro aiuto. Questo fanno i bambini, trasformano tutto ciò che è buio in una luce bellissima e diventano i figli e i nipoti di tutti... Ah! ah! ah!, professori compresi. Restano i cuori duri, ma quelli non fanno storia. Certo adesso nella mia borsa insieme all’iPhone e ai trucchi ci sono pannolini, biberon, salviettine e ciucci, ma siamo belle lo stesso, anzi siamo belle due volte. Le notti sono ancora abbastanza movimentate: latte, pagine da studiare, compiti da finire, tanta stanchezza, ma anche tanti sorrisi e facce strane. A volte lei si sveglia impaurita, allunga la sua manina a cercare i miei capelli o le mie guance e mi guarda come a dire: «Mamma, dove sei?». E io la guardo e le dico: «Amore, mamma è qui». Lei mi sorride, chiude gli occhi… e dorme! Sono qui, questo è il mio posto, accanto a te, abbracciata a te. E ogni mamma sa che nessun posto al mondo è bello come questo qui. Madre Teresa di Calcutta diceva: «Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita, ma superando insieme tutte le difficoltà». È vero. Non buttate i vostri bambini.

Benedetta e Maria Stella

Non ci sono parole da aggiungere a quello che hai scritto, cara Benedetta, anzi, a quello che avete scritto tu e la tua bambina. Con la vostra testimonianza. Spero davvero che possa servire a tanti per dire sempre sì alla vita. Non siamo mai soli, perché Dio ci è sempre accanto. Ma non dobbiamo mai lasciare sole le ragazze, le donne, che portano un figlio nel grembo.

 
 
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