L'Onu ha rinunciato a proseguire il conteggio dei morti in Siria, è notizia di pochi giorni fa. Non è un fatto di poco conto. Al contrario, nell'immobilismo internazionale di fronte alla crisi siriana negli ultimi tre anni, sta a significare che poco importa sapere di quanto o quando il computo delle vittime ha superato quota 100 mila – cosa ormai data per acclarata. Indica che l'emergenza siriana ha ormai raggiunto proporzioni incalcolabili.
Tanto che, le previsioni di aiuti umanitari quantificati solo poche settimane fa nell'ordine di un miliardo di dollari, si rivelano oggi largamente insufficienti, così come i 2,4 miliardi di dollari promessi dalla Conferenza dei donatori internazionali, tenutasi in Kuwait il 16 gennaio scorso. Sono queste le premesse con cui settimana prossima, il 22 gennaio a Montreaux in Svizzera, si aprirà la Conferenza di pace sulla Siria. E senza qui prendere in considerazione l'effettiva volontà di deporre le armi, da parte delle truppe governative di Assad e delle tante formazioni armate dell'opposizione.
Aleppo: le macerie dopo un bombardamento aereo
Focsiv: "Non si può restare indifferenti"
"Da cristiani ci sentiamo in dovere di ribadire che tutti i siriani di qualunque religione sono nostri fratelli", afferma Gianfranco Cattai presidente di Focsiv. "Il mondo non può accettare indifferente che una intera generazione di siriani vada perduta".
La Federazione degli organismi di volontariato internazionale di ispirazione cristiana, impegnata da sempre nella difesa dei diritti umani e nella promozione di un'autentica cultura della pace, è presente direttamente in Siria attraverso l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (a cui appartiene il socio Vides) e i Fratelli maristi del socio Fmsi.
"Attualmente, come Fondazione marista per la solidarietà internazionale, ad Aleppo siamo presenti con un gruppo di più di 50 volontari, coordinati da tre fratelli maristi siriani", spiega il direttore fratel Mario Meuti. "Proprio loro ci raccontano come, dall'inizio del conflitto, nella politica interna siriana non sia cambiato nulla: due fazioni continuano a lottare senza vincitori né vinti, una economia in rovina, un settarismo e un estremismo floridi e nessun segnale di soluzione del conflitto. E la situazione umanitaria è catastrofica".
Perciò Focsiv si è rivolta direttamente ai delegati e ai Paesi che parteciperanno alla Conferenza di pace, chiedendo l'apertura di corridoi umanitari fino alle zone assediate, il rilascio dei prigionieri politici e la creazione di un governo di transizione che non includa criminali di guerra.
il 4 gennaio cinque operatori europei di MSF sono stati rapiti con l'accusa di essere spie turche
MSF: "Urge assistenza umanitaria transfrontaliera"
Sull'urgenza dell'apertura di corridoi umanitari per la distribuzione di aiuti, a partire dai Paesi confinanti, insiste anche Medici senza frontiere, presente con i suoi operatori sul territorio siriano, sempre più spesso in situazioni di grave rischio come dimostrato dal rapimento di cinque operatori nel Nord del Paese all'inizio di gennaio.
Anche perché, sottolinea l'organizzazione medico-umanitaria, quasi tutti gli aiuti internazionali sono veicolati da Damasco e, di conseguenza, l'assistenza ai siriani che vivono nelle zone controllate dall'opposizione è praticamente impossibile: ciò significa che tra i 5 e i 7 milioni di siriani non ricevono assistenza medica, paventa la direttrice internazionale MSF Joanne Liu.
In quelle zone, le persone riescono a sopravvivere solo grazie alle reti di solidarietà siriane e alle poche organizzazioni non governative presenti, come Medici senza frontiere, che forniscono assistenza attraverso i Paesi confinanti, principalmente la Turchia. L'arrivo a destinazione degli aiuti, infatti, è ostacolato sia da alcuni gruppi armati dell'opposizione, che se ne impossessano, sia dalla rinuncia delle Nazioni Unite a negoziare l'accesso transfrontaliero alle popolazioni nelle aree di opposizione. "Ma l'assistenza transfrontaliera nelle aree di opposizione", ribadisce Joanne Liu, "è una questione cruciale che non può essere tolta dall'agenda umanitaria, lasciando milioni di persone senza soccorso". L'auspicio di MSF, quindi, è che la Conferenza di pace possa finalmente garantire un effettivo accesso umanitario in Siria.
I Francescani al fianco della popolazione siriana
Insieme con le – poche – organizzazioni umanitarie in territorio siriano, sono rimasti a prendersi cura della popolazione anche 11 frati francescani. Si trovano ad Aleppo, nel convento di Sant’Antonio di Padova, ad Azizieh, a Damasco, a Lattakiah e Kanyeh.
Fin dall’inizio della guerra in Siria, i frati hanno creato 4 centri di accoglienza, che danno da dormire a circa 200 persone e provvedono ai bisogni primari (cibo, vestiti e medicine) di circa 400 persone ogni giorno. Ogni mese circa 50 famiglie vengono aiutate a cercare nuove case. L'Associazione Pro Terra Sancta sostiene direttamente l'attività dei religiosi, invitando a fare una donazione perché "La Siria è sempre stata il granaio del mondo, ma oggi ha bisogno di pane".
Come ha dichiarato il custode di Terra Santa padre Pierbattista Pizzaballa: "La questione siriana è delicatissima e i civili sono inermi davanti alla ferocia di quanto sta accadendo; la preghiera è uno strumento indispensabile ma è urgente sostenere la popolazione, sfiancata dal massacro, con un aiuto concreto”.
Per maggiori informazioni consultare il sito: www.proterrasancta.org
Di seguito le informazioni per una donazione:
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