Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
martedì 15 ottobre 2024
 
Francesco in Emilia
 

Il Papa: «Non restate prigionieri di tristezza, paura e macerie della vita»

02/04/2017  Francesco è nella zone colpite dal terremoto 5 anni fa. "Si può stare dalla parte del sepolcro oppure dalla parte di Gesù", ha detto davanti a circa 70 mila persone, commentando il Vangelo sulla resurrezione di Lazzaro. "C'è chi si lascia chiudere nella tristezza e chi si apre alla speranza".

Carpi, Emilia-Romagna

Dal nostro inviato

Papa Francesco arriva a Carpi a cinque anni da terremoto che ha sconvolto questa fetta di Emilia e utilizza subito la metafora delle macerie che sono dramma e sofferenza, ma anche possibilità di riscatto e speranza. Dalla macerie della vita, come da quelle materiali si può risollevare. In piazza dei Martiri una delle più grandi e scenografiche d’Italia Bergoglio dice nell’omelia della Messa davanti a circa 70 mila persone commentando il Vangelo della resurrezione di Lazzaro che “c’è chi si lascia chiudere nella tristezza e chi si apre alla speranza. C’è chi resta intrappolato nelle macerie della vita e chi, come voi, con l’aiuto di Dio solleva le macerie e ricostruisce con paziente speranza”. E’ un accenno al “Modello Emilia” di ricostruzione post-terremoto, che qui è stata virtuosa, prima il lavoro, le scuole e le case e adesso anche le chiese.

La cattedrale di Carpi davanti alla quale il Papa celebra la Messa è stata riaperta la scorsa settimana. Bergoglio appena arrivato in elicottero da Roma l’ha visitata. Con lui hanno concelebrato i vescovi dell’Emilia. Nell’omelia il Papa ha aggiunto a braccio due volte un’esortazione, ripresa la brano di Vangelo, invitando a non cedere alla “logica inutile e includente della paura”. “Alzati, alzati!”. Bergoglio ha spiegato che davanti al “ mistero della sofferenza, di fronte al quale il pensiero e il progresso si infrangono come mosche sul vetro, Gesù ci offre l’esempio di come comportarci: non fugge la sofferenza, che appartiene a questa vita, ma non si fa imprigionare dal pessimismo”.

Per contrastare la logica del sepolcro, anzi la “disfatta del sepolcro” c’è una “speranza che vince la morte e il male e che ha un nome: Gesù”. Bergoglio ha spiegato che ognuno di noi ha “già un piccolo sepolcro, qualche zona un po’ morta dentro il cuore: una ferita, un torto subìto o fatto, un rancore che non dà tregua, un rimorso che ritorna, un peccato che non si riesce a superare”. Bisogna invidiarli e consegnarli a Gesù per uscire dall’angoscia e ritrovare la speranza: “Non lasciamoci imprigionare dalla tentazione di rimanere soli e sfiduciati a piangerci addosso per quello che ci succede; non cediamo alla logica inutile e inconcludente della paura, al ripetere rassegnato che va tutto male e niente è più come una volta”. Ciò non significa che i problemi saranno risolti una volta per tutte: “Seguendo Gesù impariamo a non annodare le nostre vite attorno ai problemi che si aggrovigliano: sempre ci saranno problemi e, quando ne risolviamo uno, puntualmente ne arriva un altro. Possiamo però trovare una nuova stabilità, e questa stabilità è proprio Gesù, che è la risurrezione e la vita: con lui la gioia abita il cuore, la speranza rinasce, il dolore si trasforma in pace, il timore in fiducia, la prova in offerta d’amore”.

I vostri commenti
17

Stai visualizzando  dei 17 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo