Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 04 ottobre 2024
 
 

Non paga la multa, il vigile è amico

26/04/2010 

Si chiama raccomandazione ed è piuttosto radicata, nel nostro Paese: stiamo parlando della consuetudine di utilizzare le relazioni personali per ottenere (o cercare di ottenere) un trattamento di favore nei rapporti con gli uffici pubblici. Un caso piuttosto clamoroso riguarda una multa che un automoblista non voleva pagare. Tutto era cominciato con una ammenda per eccesso di velocità recapitata a un tale. Costui, invece di pagare o di impugnare il verbale di contestazione (come avrebbe dovuto fare agendo nella legalità), si era rivolto al comandante interinale (cioè provvisorio) dei vigili urbani, suo amico.  Questi gli aveva assicurato che avrebbe risolto il problema e che la multa sarebbe stata cestinata.

La pratica, però, aveva continuato il suo corso (forse per dimenticanza di chi aveva assicurato il contrario) e l’interessato si era visto recapitare una richiesta di pagamento. Egli se ne era lamentato con l’amico il quale, nel frattempo, era cessato dall’incarico.  Per “rimediare” al problema l‘ex comandante aveva  confezionato un atto di annullamento del verbale di contestazione, senza data e senza timbro di protocollo. Per rafforzarne la credibilità, il provvedimento era stato fatto firmare anche al sindaco (anche se la materia esula dalle prerogative e dalle responsabilità di un primo cittadino). Quanto alla motivazione, l’annullamento veniva giustificato con il fatto che la foto scattata dall’autovelox era poco chiara, pertanto, l’amministrazione, in regime di autotutela, aveva deciso di “cancellare” la sanzione.

A scoprire il falso e a mandare all’aria il piano dei tre è stato, però, il nuovo comandante della polizia municipale il quale, vista l’irritualità dell’atto (mancante  di data, privo di numero di protocollo e provvisto di una motivazione non pertinente), non ha esitato a informare la Procura della Repubblica.  Va detto, per la cronaca, che la fotografia della targa era assolutamente chiara e nitida.

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo