“Anche noi dovremmo dire: ‘Signore, insegnami a pregare, insegnami!'”. Lo ha esclamato il Papa, al termine della prima udienza generale dedicata alla preghiera del Padre Nostro. “Anche se forse preghiamo da tanti anni, dobbiamo sempre imparare!”, ha affermato Francesco in un'Aula Paolo VI colma di fedeli (circa 7 mila in tutto): “L’orazione dell’uomo, questo anelito che nasce in maniera così naturale dalla sua anima, è forse uno dei misteri più fitti dell’universo. E non sappiamo nemmeno se le preghiere che indirizziamo a Dio siano effettivamente quelle che Lui vuole sentirsi rivolgere. La Bibbia ci dà anche testimonianza di preghiere inopportune, che alla fine vengono respinte da Dio: basta ricordare la parabola del fariseo e del pubblicano”. “Solamente quest’ultimo torna a casa dal tempio giustificato – ha spiegato il Papa – perché il fariseo era orgoglioso, gli piaceva che la gente lo vedesse pregare, e faceva finta di pregare, ma il cuore era freddo”, ha aggiunto a braccio. “E dice Gesù: questo non è giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato”. “Il primo passo per pregare è essere umile”, ha affermato il Papa ancora una volta fuori testo: “Andare dal Padre, andare dalla Madonna, ‘guardami, sono peccatore, sono debole, sono cattivo’… Ognuno sa cosa dire, ma sempre si incomincia con l’umiltà. Il Signore ascolta, la preghiera umile è ascoltata dal Signore”.
“Perciò, iniziando questo ciclo di catechesi sulla preghiera di Gesù, la cosa più bella e più giusta che tutti quanti dobbiamo fare è di ripetere l’invocazione dei discepoli: ‘Maestro, insegnaci a pregare!’”. “Sarà bello, in questo tempo di Avvento, ripeterlo: ‘Signore, insegnami a pregare'”, l’invito finale a braccio: “Tutti possiamo andare un po’ oltre e pregare meglio. Ma chiederlo al Signore: facciamo questo in questo tempo di Avvento. Lui sicuramente non lascerà cadere nel vuoto la nostra invocazione”