Maria Sole Ferrieri Caputi (seconda da sinistra nella foto), 31 anni, livornese, laureata in sociologia, nella vita ricercatrice in un centro studi privato, che si racconta sul numero di Famiglia Cristiana in edicola da giovedì 11 agosto, è sola tra i 50 arbitri CAN che dirigeranno partite nella Serie A che parte il 13 agosto. Una primadonna di fatto, senza esserlo per carattere, ma solo perché gli altri 49 sono uomini e lei è la prima ragazza promossa a questo livello. Ha già esordito in stagione in Coppa Italia, il 5 agosto, in una complicata Sampdoria-Reggiana. Ha iniziato nel 2006, dal 2019 è arbitro internazionale, il 17-10 2021 ha esordito in competizioni maschili in Serie B con Cittadella -Spal, dal 22 luglio scorso è promossa Arbitro CAN A e B e quindi tra i designati per A maschile. Il 5 febbraio scorso ha esordito come assitente VAR in Ternana-Reggina.
Ma non è la sola ragazza con il fischietto. Semmai è la punta dell’iceberg di un movimento che cresce soprattutto tra le più giovani.
UN PO' DI STORIA, DATE E NUMERI
Su un totale di 30.577 associati all’associazione italiana arbitri, che riunisce le figure arbitrali del calcio, nel 2022 ci sono 1.834 donne, cresciute dal 2018 di quasi 200 unità: 805 hanno dai 15 ai 19 anni. Nelle liste internazionali Fifa ci sono 5 donne italiane che conosceremo più avanti. Nel calcio a 11, tra tutte le categorie, nella stagione 2022 le designazioni da arbitro femminili sono state 24, 43 le designazioni da assistente, 18 quelle da IV ufficiale di gara, che fino a poco tempo fa si usava chiamare “quarto uomo”, denominazione con ogni evidenza superata. Dal 14 febbraio 2021, per la prima volta nella storia dell’AIA, nel Comitato Nazionale c’è una donna Katia Senesi (ex assistente internazionale). Il 1 maggio 2021 è stata nominata Segretario dell’Associazione Italiana Arbitri: Silvia Moro. Nel luglio 2021, per la prima volta nella storia dell’AIA, due donne sono state nominate Presidenti di Comitato Regionale Arbitri: Graziella Pirriatore (CRA Emilia Romagna) e Cristina Anastasi (CRA Sicilia).
CHI SONO LE ALTRE INTERNAZIONALI
Chi sono le altre internazionali Fiammetta Susanna (prima a sinistra nella foto), 41 anni, romana, archeologa di professione, arbitro CAN BS e dal 2019 internazionale Beach Soccer (calcio da spiaggia, giocato sulla sabbia). In questa specialità ha arbitrato la finale scudetto maschile Pisa-Ternana e la finale femminle dei Mondiali ANOC World beach soccer. è la terza donna al mondo, prima in Italia, ad essere diventata arbitro internazionale. Tiziana Trasciatti (nella foto terza da sinistra), 35 anni, di Foligno, avvocato nella vita, ha iniziato nel 2003, nel luglio 2022 è stata promossa Assistente CAN, è arbitro internazionale dal 2019. Chiara Perona, (a destra nella foto) anche lei avvocato, di Biella, ha 34 anni è arbitro CAN 5 élite dal 2021 e internazionale Futsal – parola che allude al calcio a cinque in sala, ossia calcio al chiuso – dal 2016. È stata la terza donna a diventare internazionale nel calcio a 5 e la prima a dirigere una gara di Champions League maschile. Nel 2022, nella stessa specialità, ha diretto in Portogallo la finale del campionato europeo femminile.
Franscesca Di Monte, originaria di Popoli (Pescara), 39 anni il 30 agosto, Assistente CAN, (internazionale dal 2016), di professione consulente aziendale. Ha esordito in serie B il 17-10-2020 in Cremonese-Venezia e in A il 27-10-2021. Nel 2022 è stata l’unica italiana convocata tra gli assistenti del campionato Europeo femminile. Con lei, Paolo Valeri e Maurizio Mariani, video assistenti.
CHE COSA SIGNIFICA ARBITRO CAN
La Commissione Arbitri Nazionale è la denominazione con la quale si indica l'Organo Tecnico dell'A.I.A., alla quale competono le designazioni di arbitri ed assistenti per le gare dei campionati di Serie A e Serie B (C.A.N. A-B), Serie C (C.A.N. C) e per la Serie D, Eccellenza e Promozione (C.A.N. D). Esistono inoltre la C.A.N. 5 Élite e la C.A.N. 5 che designano gli arbitri nazionali per quanto riguarda il calcio a 5, volgarmente detto calcetto, Futsal nella versione al coperto (la parola è crasi tra football/calcio e salòn/sala, e la C.A.N. BS per gli arbitri nazionali del Beach soccer.
IN EUROPA E NEL MONDO
A livello internazione la prima a diventare famosa dirigendo gare internazionali maschili è stata Stephanie Frappart (foto), francese prima donna a dirigere un incontro di Champions League, Juventus-Dinamo Kiev nel 2020 e prima nel 2021 a entrare come quarto ufficiale di gara tra gli arbitri di un Europeo maschile. In servizio nella Ligue francese dal 2014 Frappart sarà tra i 36 arbitri scelti dal Comitato arbitri della Fifa, presieduta da Pierluigi Collina, per il Mondiale del Qatar. Con lei ci saranno la ruandese Salima Mukansanga e la giapponese Yoshimi Yamashita. Saranno le prime donne ad arbitrare una partita di Coppa del Mondo in 92 anni di storia della competizione. Designate anche tre donne tra gli assistenti.
NEGLI ALTRI SPORT
Altri sport anche molto tradizionali prima del calcio hanno aperto alle donne la direzione di gare maschili. Nel tennis, dove però a differenza del calcio non c’è la componente atletica, accade da anni e nel 2021 per la prima volta nella storia del torneo di Wimbledon, iniziata nel 1877, una donna, la croata Maria Cicak, è stata giudice di sedia per la finale di singolare maschile della competizione tennistica più legata alle tradizioni. Le prime ad arbitrare finali maschili di Grand Slam sono state la francese Sandra de Jenken, arbitro delle finali all’Australian Open e al Roland Garros (2007) ed Eva Asderaki greca agli Us open nel 2015.
Nella pallacanestro Antonella Fabretti ha arbitrato in Serie A nella stagione 1989-1990, ma abbiamo dovuto attendere il 2021 per vedere un’altra donna designata per la massima serie sotto canestro: si tratta di Silvia Marziali, medico tenente in Aeronautica, e prima italiana arbitro internazionale sotto canestro (dal 2017).
ARBITRO O ARBITRA?
Lasciamo la risposta a Luca Serianni, tra i più autorevoli linguisti italiani, da poco tragicamente scomparso, che del tema discuteva pochi anni fa con il collega Giuseppe Antonelli in Il sentimento della lingua, (Il mulino, 2019), un piccolo grande libro che oggi si rilegge come un testamento: «Personalmente io sono favorevole a queste forme – ministra e simili – che riflettono un assetto della società diverso da quello di cent’anni fa, in cui non esistevano donne che svolgessero queste professioni (…). E tuttavia c’è un ma importante: e questa volta non è tanto legato alla reazione comune, ma al fatto che molte donne non vogliono essere chiamate col femminile di professione. (…) Bisogna tener conto anche della sensibilità delle dirette interessate: non può evidentemente essere una scelta imposta dall’alto e imposta in un’ottica inevitabilmente maschile, si tratti pure di maschi attenti alle ragioni di genere.