Vola la papalina bianca. In una piazza san pIetro spazzata dal vento il Papa si rivolge ai 20 mila fedeli e li invita a pregare per l'Ucraina: «che seguo con animo preoccupato. Assicuro la mia vicinanza al popoloo e prego per le vittime delle violenze, per i loro familiari e per i feriti. Invito tutti a cessare ogni azione violenta e a cercare la concordia e la pace per il Paese».
prima, con lo stile consueto di queste udienze, aveva interrogato la folla sul sacramento della riconciliazione: «Da quanto tempo non vi confessate? Non aspetatte un giorno di più». Perché, ha detto il Papa, dovete ricordare che il sacramento della riconciliaizone «è un sacramento di guarigione. Quando io
vado a confessarmi, è per guarirmi: guarirmi l’anima, guarirmi il cuore per
qualcosa che ho fatto che non sta bene».
E non possiamo perdonarci da soli, né chiedere soltanto il perdono diretto a Dio: «Il perdono
non è frutto dei nostri sforzi, ma è un regalo, è un dono dello Spirito Santo.
Qualcuno può dire: “Io mi confesso soltanto con Dio”. Sì, tu puoi
dire a Dio: "Perdonami", e dire i tuoi peccati. Ma i nostri peccati sono anche
contro i fratelli, contro la Chiesa e per questo è necessario chiedere perdono
alla Chiesa e ai fratelli, nella persona del sacerdote».
E se ci vergogniamo, questa vergogna è salutare: «Anche la vergogna è buona, è salute avere un po’ di vergogna. La vergogna anche fa bene, perché ci fa più umili. E
il sacerdote riceve con amore e con tenerezza questa confessione, e in nome di
Dio perdona».
Per questo non bisogna aver paura della confessione, ma ricordarsi che il sacerdote è buiono e Gesù è ancora più buono dei preti: «Uno, quando è in fila per
confessarsi sente tutte queste cose – anche la vergogna – ma poi, quando finisce
la confessione esce libero, grande, bello, perdonato, bianco, felice. E questo è
il bello della Confessione. Vai
avanti, che il sacerdote sarà buono. E’ Gesù, lì, e Gesù è più buono dei preti,
e Gesù ti riceve. Ti riceve con tanto amore. Sii coraggioso, e avanti alla
Confessione».