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giovedì 12 dicembre 2024
 
Intolleranza
 

«Non voglio stare vicino a una negra»: l’ennesimo episodio di razzismo sul treno

23/10/2018  È successo domenica pomeriggio su un Frecciarossa Milano-Trieste quando una signora seduta vicino a una ragazza di 23 anni, Shanti, di origine indiana, dopo averle chiesto di vedere il biglietto se n’è andata sdegnata. La madre della giovane ha reso l’episodio virale

«La dolcissima ragazza nella foto é mia figlia». Inizia così il post di Paola Crestani, presidente del Ciai, una Onlus che si occupa di aiuti all'infanzia e di adozioni che ieri, dopo aver accompagnato la ragazza in stazione a Milano per prendere un Frecciarossa per Trieste ha ricevuto da lei questo messaggio: «Mi sono seduta al mio posto e la signora vicino a me mi fa: ma lei è in questo posto? E le faccio sì signora… e lei posso vedere il biglietto… gliel'ho fatto vedere e mi fa ah beh io non voglio stare vicino a una negra e si è spostata... Assurdo».

Assurdo e avvilente per la madre che racconta allibita su Facebook: «L'ho subito chiamata e mi ha raccontato che un ragazzo che aveva assistito alla scena ha preso le sue difese dicendo alla signora di vergognarsi. Dubito che lei lo abbia fatto ma se ne é andata. Come dovrebbero fare tutti i razzisti: andarsene! Perché, che ne siano consapevoli o no, il mondo di oggi e del futuro è questo: un insieme di persone di tutti i colori, di diverse lingue, di culture differenti. Non solo nelle strade, negli autobus, nei treni o negli aerei ma anche nel business, nella finanza, nella moda, nelle università, nello sport.

Quindi, razzisti, che vi piaccia o no, avete già perso!».

Hanno perso, è vero, ma è una sconfitta per tutti; l’ennesimo episodio di razzismo che arriva dopo quello altrettanto recente che ha coinvolto un ragazzo senegalese che su un bus diretto a Trento si è sentito dire, dalla persona che era seduta accanto a lui, che si doveva alzare proprio a causa del colore della sua pelle. Una sconfitta per un Paese richiuso su se stesso, sempre più  ottuso, non educato da una disinformazione urlata e grossolana. Un Paese cieco e accecato, che non vede che il presente, non il futuro, è a colori.  

 
 
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