Serve una condivisione degli impegni. È questo il significato ultimo della campagna lanciata da ECPAT "Don't look away - Non voltarti dall'altra parte": solo con un'assunzione di responsabilità collettiva, di tutte le parti in causa, si potrà limitare il pericolo che i prossimi Mondiali (2014) e Olimpiadi (2016) in Brasile diventino "terreno di caccia" per predatori sessuali. Il rischio, d'altronde, c'è: e le grandi manifestazioni sportive diventano l'alibi ideale per nascondersi, non dare nell'occhio, perché l'attenzione di tutti è rivolta alle competizioni, alle sfide, ai record. Turisti, tifosi, atleti, dirigenti e giornalisti: nessuno può sentirsi escluso.
«Sebbene non si possa affermare - si legge in una nota - che un evento come quello dei Mondiali 2014 comporterà un aumento certo dello sfruttamento di minori, è altrettanto vero che il rischio che ciò si verifichi è molto elevato. Il Brasile è un Paese in cui il 30% della popolazione e circa la metà dei minori vive sotto la soglia di povertà per un totale stimato in almeno 28 milioni di persone. I dati dicono che solo nel 2011 sono stati circa 250mila i minori vittime di prostituzione e, ogni anno, sono 500mila i bambini e ragazzi sottoposti a sfruttamento e violenze sessuali. L'arrivo di milioni di turisti in un'atmosfera di festeggiamenti ed euforia potrebbe costituire un pericolo per quelle famiglie che vivono negli ambienti più poveri e vulnerabili del territorio, che potrebbero essere vittime di trafficanti o che spinte dalla miseria potrebbero vendere i loro figli».