«La guerra è veramente una follia e speriamo che il mondo impari da questo». Moubarak e Annesa testimoniano la loro storia, la storia del proprio Paese, ma, soprattutto, testimoniano il loro essere nonni. In una mattinata di sole, di fronte a loro una piazza San Pietro gremita, tanti anziani raccontano la loro esperienza durante l’incontro “La benedizione della lunga vita”, promosso dal Pontificio Consiglio per la famiglia.
«Il peso non toglie agli anni di essere una benedizione», dice monsignor Paglia, spiegando che «molti pensano che la vecchiaia sia un naufragio, ma se si sta insieme, come noi oggi, la vecchiaia è anche bella. La cultura dello scarto, di cui lei parla porta a pensare agli anziani come a dei rifiuti. Gli anziani di questa piazza rifiutano di essere considerati rifiuti e da qui sale un grido: "Viva gli anziani via i nonni”».
«Non ci pesa alzarci presto la mattina, è un impegno che ormai fa parte della nostra vita quotidiana», ci ha confidato ieri pomeriggio Adriano Ghelfi, pensionato della Telecom come Tiziana Marchetti, che oggi danno la loro testimonianza. Entrambi vivono a Bologna e fanno parte dell’Anla (Associazione nazionale Seniores di Azienda), che dal 2007 ha avviato in città un servizio di trasporto di persone dializzate, in collaborazione con la divisione di nefrologia dell’Ospedale Sant’Orsola Malpighi. Un centinaio i volontari coinvolti. «I pazienti sono nostri amici, ci teniamo molto a incontrarli», aggiunge Tiziana, esprimendo l’emozione di poter vedere papa Francesco. «La malattia non ammette ritardi o dimenticanze: non ci ha fermati neppure la nevicata del 2012, che ha bloccato l’intera regione», ricorda Adriano. Anla, la più grande associazione italiana di lavoratori anziani che raggruppa al suo interno gli ex dipendenti dei maggiori gruppi industriali italiani e di numerose realtà medio-piccole, si propone di tutelare e valorizzazione degli anziani.
Un’altra storia, un’altra testimonianza. Francesco, 31enne originario di Messina, vive a Roma e racconta un’esperienza di volontariato presso l’Opera don Guanella che gli ha cambiato la vita: l’incontro, quando era ancora un adolescente sedicenne, con Peppino, un anziano sofferente che «camminava a fatica, ma arrivava lontano. Aveva gravi disabilità intellettive fin dalla nascita. Grazie a lui, ho trovato la forza di Dio dietro la debolezza». Proprio facendo volontariato Francesco ha incontrato Marilina, della parrocchia romana di San Girolamo. Si sono sposati e a gennaio nascerà Sofia: per il giovane futuro papà Peppino è «un po’ suo nonno». Dopo gli studi in giurisprudenza, oggi Francesco fa il direttore del personale in quel centro per anziani dove 15 anni fa aveva conosciuto Peppino.
Guido Spigaglia, 92 anni compiuti il 6 settembre, ha vissuto l’esperienza dei campi di prigionia in Egitto e Sudafrica durante la seconda guerra mondiale: «Sono riuscito ad andare avanti solo grazie alla fede». Gli scriveva e lo confortava con le sue lettere una zia suora. Dal ’49, per cinquant’anni ha lavorato alla Cisl, ricoprendo anche incarichi di prestigio; ha rifondato il circolo Acli presso la parrocchia dei Santi Angeli Custodi nel quartiere Montesacro, circolo che si fregia anche del tesserato speciale san Giovanni Paolo II, quando da vescovo di Roma visitò la comunità parrocchiale. «Ma il dono più grande per la mia vita si chiama Ernesta: siamo sposati da 62 anni – ha detto con commozione Guido –. Insieme siamo diventati prima genitori, poi nonni e bisnonni. Un amore cresciuto ancora di più da quando Ernesta sta sulla sedia a rotelle. Anche stamattina ci siamo svegliati insieme e lei sulla sua poltrona sta pregando per noi».
Suor Maria Lucia Santori, 75 anni, appartiene da 53 alle religiose del Santissimo Sacramento. Bambini, giovani e anziani sono i destinatari della sua missione. «Con i nonni e le nonne condividiamo la stagione più bella della loro vita», in cui «si rincorrono i ricordi, ma vengono anche meno le forze fisiche». Preoccupandosi in particolare che vengano mantenuti i rapporti e le «fonti di comunione» con i parenti e gli affetti. «Nulla deve essere perduto, perché le esperienze e i sacrifici dei nostri anziani portino frutto», ha rilevato la consacrata. L’importanza della memoria che si fa volontà di «evitare a ogni costo che i nostri anziani siano scartati ed emarginati. Per noi suore essere compagne di viaggio di tanti anziani fino alla meta significa essere portatrici nel mondo del mistero dell’Eucaristia».
Il Papa ascolta e sorride. mentre sul sagrato prega anche Benedetto, invitato personalmente da papa Francesco a partecipare all'evento.