Monsignor Cesare Nosiglia apre la Porta Santa nel Duomo di Torino, presenti anche l'arcivescovo emerito, il cardinale Severino Poletto, e il sindaco, Piero Fassino. Foto Paolo Siccardi/Sync.
«Vi supplico, lasciatevi riconciliare con Dio». Inizia ufficialmente anche a Torino il Giubileo della Misericordia indetto da papa Francesco. Riecheggiando il gesto compiuto a Roma dal Pontefice, e in comunione con tutte le altre diocesi del mondo, dove si sono svolte analoghe celebrazioni, l'arcivescovo monsignor Cesare Nosiglia ha aperto la Porta Santa della cattedrale di San Giovanni Battista, nel cuore del capoluogo piemontese. Ad attenderlo, nello spazio antistante il duomo, era presente una nutrita folla di fedeli, insieme con una rappresentanza delle autorità cittadine.
Vestito dei paramenti rosa, caratteristici della terza domenica d'avvento (detta “Domenica Gaudete” per il suo carattere di gioia e speranza) il pastore ha aperto la porta di sinistra della cattedrale, che rappresenta, per la diocesi subalpina, il varco santo del Giubileo. Durante tutto l'anno consacrato alla misericordia, sarà attraversata da fedeli e pellegrini. Ogni sabato pomeriggio verranno organizzate visite per i giovani e i cresimandi, mentre la domenica pomeriggio sarà la volta delle unità pastorali, suddivise per distretto. Saranno inoltre organizzati pellegrinaggi speciali per malati e disabili, così come avviene durante le ostensioni della Sindone (l'ultima esposizione del telo, che si è svolta la scorsa primavera e che ha avuto come protagoniste predilette proprio le persone provate dalla fragilità fisica, ha lasciato tracce durevoli nella memoria dei Torinesi).
Monsignor Cesare Nosiglia apre la Porta Santa nel Duomo di Torino, presenti anche l'arcivescovo emerito, il cardinale Severino Poletto, e il sindaco, Piero Fassino. Foto Paolo Siccardi/Sync.
Terminato il rito dell'apertura, un momento sobrio ma molto
partecipato, monsignor Nosiglia ha presieduto una celebrazione speciale,
tutta incentrata sul tema della riconciliazione. «Non è facile oggi
riconoscerci peccatori» ha ricordato durante l'omelia «sia perché siamo
sempre portati a giustificare le nostre colpe, quasi fossero debolezze
inevitabili della nostra umanità debole, sia perché il peccato è visto
solo come un male che si fa agli altri non a se stessi. Invece, il
peccato è anzitutto una autodistruzione di se stessi, della propria
libertà, che viene svenduta al male e non produce frutti di bene ma di
malvagità e infedeltà a quanto la coscienza e la legge di Dio ci
indicano con chiarezza».
«Parlare di misericordia nel nostro tempo» ha aggiunto il presule
«sembra un discorso ingenuo e poco realista di fronte a tanta gente che
abusa del potere per arricchirsi, uccide in nome di Dio
bestemmiandolo con gesti violenti che sono da Dio stesso severamente
condannati, esercita senza patemi di coscienza la corruzione, ricerca il
proprio interesse e la propria felicità a scapito dei poveri,
ignorandone i diritti di giustizia ed equità. Ma è proprio per questo
che la misericordia ci mostra una via alternativa che è quella di non
illuderci di vincere questo male con la stessa moneta. Il male si vince
facendo crescere il bene in noi e attorno a noi».
Monsignor Cesare Nosiglia apre la Porta Santa nel Duomo di Torino, presenti anche l'arcivescovo emerito, il cardinale Severino Poletto, e il sindaco, Piero Fassino. Foto Paolo Siccardi/Sync.
Nella città dei “santi sociali” viene spontaneo collegare il tema della misericordia con quello del servizio agli ultimi. E
questa è anche la strada tenacemente indicata da papa Francesco. Ecco
perché Torino si prepara ad un altro momento altamente simbolico.
Domenica 20 dicembre verrà aperta una seconda Porta Santa. E' quella
della chiesa all'interno della Piccola Casa della Divina Provvidenza,
meglio nota come il Cottolengo, dal nome del fondatore. Si tratta di una
cittadella della carità, che ogni anno dà aiuto e accoglienza a
migliaia di malati, poveri e persone bisognose. «Con questo ulteriore
segno» aveva spiegato l'Arcivescovo nel presentare le iniziative per
l'Anno Santo «vogliamo sottolineare che per un cristiano la vera porta
d'accesso alla salvezza è quella dei poveri».
Ma l'invito alla riconciliazione e alla costruzione della pace ha una
portata che va oltre i confini della Chiesa. «Non sono coinvolti solo i
credenti» ha osservato il sindaco di Torino Piero Fassino «ma tutti gli
uomini e le donne di buona volontà. Lo testimonia, tra l'altro, l'ampia
partecipazione di folla agli eventi di questi giorni. E' il segno che il
messaggio di papa Francesco ha davvero una portata universale».