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domenica 20 aprile 2025
 
Coppie omosessuali
 

Nostra figlia e la sua compagna

09/07/2015  Due genitori di una ragazza che da 10 anni convive con la compagna ci scrivono: "Perché mettere in contrapposizione la 'famiglia tradizionale' col diritto degli omosessuali ad avere il riconoscimento a una vita normale, senza infingimenti?". Don Sciortino risponde.

La Chiesa è madre misericordiosa e la bontà di Dio è infinita. Sul “Primo piano” di Famiglia Cristiana (n. 23/2015) abbiamo letto: «I cristiani imparino a dire la bellezza della famiglia». Chi può dire il contrario? Ma perché mettere in contrapposizione la “famiglia tradizionale” col diritto degli omosessuali ad avere il riconoscimento a una vita normale, senza infingimenti? Non sono anch’essi figli di Dio? Durante la predica domenicale il sacerdote ha detto che Dio ha creato uomini e donne, ma gli omosessuali chi sono? Le persone dovrebbero essere valutate in base ai comportamenti. E poi, «Chi sono io per giudicare?», come ha affermato papa Francesco. Prima di lui, Gesù stesso ha detto: «Chi è senza peccato, scagli la prima pietra». Noi abbiamo visto quanto ha sofferto nostra figlia, appena ha scoperto d’avere un orientamento omosessuale. Ora, però, dopo che ha incontrato una compagna altrettanto in gamba (sono entrambe laureate, generose e oneste), noi siamo contenti per loro. Da dieci anni le vediamo unite, serene e finalmente felici. Ci domandiamo: perché dovrebbero rinunciare a essere una coppia? Riteniamo, infatti, che riconoscere dei giusti diritti alle coppie omosessuali non significhi disconoscere o danneggiare la famiglia tradizionale. Le situazioni vanno valutate a fondo, con misericordia. Certi avvenimenti si verificano indipendentemente da una scelta voluta: semplicemente accadono. Qualora decidesse di pubblicare questa nostra lettera, le chiediamo l’anonimato. Purtroppo, c’è ancora tanta gente che ci discrimina.
DUE GENITORI

Voglio riportare con esattezza le parole di papa Francesco, spesso citate in modo parziale o distorto. Rispondendo a una domanda di un giornalista, sul volo di ritorno dal Brasile, nel luglio del 2013, ha detto: «Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla? Il Catechismo della Chiesa cattolica spiega in modo tanto bello questo e dice: “Non si devono emarginare queste persone per questo, devono essere integrate in società”. Il problema non è avere questa tendenza, no, dobbiamo essere fratelli». Nessuno, quindi, va discriminato per nessuna ragione. Va rispettata la dignità di tutti. Anche il legislatore deve prendere atto di nuove situazioni nella società e riconoscere determinati diritti. Ma la famiglia è altra cosa. Non vanno chiamate e trattate allo stesso modo realtà ben differenti.

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