Abbiamo un figlio di 22 anni che studia all’estero. Io sono molto contenta della sua brillante carriera universitaria, e anche mio marito: è sempre stato molto bravo, in tutto quello che fa.
Però, ogni volta che torna a casa, passa pochissimo tempo con noi: esce con gli amici, si fa i suoi weekend in giro... sembra quasi che ce l’abbia con noi. Dice che gli stiamo addosso, ma le posso garantire che siamo molto rispettosi.
Questo mi crea molta amarezza. Vorremmo chiedergli soltanto di condividere di più con noi le mete che raggiunge e di non evitarci.
ARIANNA
La risposta di Fabrizio Fantoni
– Cara Arianna, dalle tue parole traspare una certa ammirazione per questo vostro unico figlio, così bravo a scuola e così determinato. Mi chiedo se questo possa avere sostenuto una certa immagine “alta” di sé, che lo porta a essere molto centrato sui suoi obiettivi, ma poco attento alle persone che gli hanno consentito di raggiungerli, cioè voi genitori, che gli avete fornito i mezzi necessari. Come se, nei vostri confronti, fosse sempre disponibile a ricevere, ma non a dare qualcosa a sua volta, secondo un rapporto più adulto tra voi.
In questo, può essere presente una componente narcisistica, utile per diventare adulto se non diventa l’unico mezzo di affermazione di sé. Peraltro, neppure voi sapete i motivi di questi comportamenti e dovrete trovarli insieme a lui. Proporrei, però, che ad affrontare la questione fosse il papà, esprimendo il vostro dispiacere per essere così accantonati dal ragazzo, ma chiedendo anche che cosa, nei vostri atteggiamenti, suscita il suo comportamento.
In modo fermo e pacato, il padre può chiedere un confronto “da uomo a uomo”, ascoltando ciò che il ragazzo vorrà dire, ma anche confermandosi come il custode delle regole di rispetto reciproco che devono vigere in famiglia.