In un confronto che abbraccia scienza e fede, la Sindone (il sudario, conservato a Torino, che, secondo la tradizione, avvolse il copro di Cristo dopo la deposizione dalla croce) non smette di affascinare e suscitare interrogativi. D'ora in poi ci sarà una nuova opportunità per conoscere e studiare questo documento unico. Apre nel capoluogo piemontese, presso il Centro Internazionale di Sindonologia, un distaccamento dell’ Istituto Scienza e Fede dell’Ateneo Regina Apostolorum di Roma.
Le attività si inaugurano con il Diploma di Specializzazione in Studi Sindonici, un corso annuale inserito nel master biennale in Scienza e Fede. Aperto sia agli ecclesiastici che ai laici, il ciclo di studi propone un approccio sistematico, capace di integrare dibattito scientifico, aspetti storici e teologici, grazie a un gruppo di docenti di respiro internazionale. La proposta nasce da una collaborazione tra l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, Othonia, il Centro Diocesano di Sindonologia “Giulio Ricci” di Roma e, appunto, il Centro Internazionale di Sindonologia di Torino.
Quest'ultimo ha avviato un percorso di rinnovamento. Sono cambiate alcune cariche al vertice e l'intero sistema di rappresentanze, italiane ed estere, è stato riorganizzato. Come direttore è stato da poco nominato Gianmaria Zaccone, storico e docente presso l'ateneo Regina Apostolorum, già vicedirettore e direttore scientifico. Della squadra che lo affiancherà nel suo lavoro, fanno parte, tra gli altri, i vicedirettori Nello Balossino (docente di informatica presso l'Università d Torino) e Paolo di Lazzaro, dirigente di ricerca presso l'Enea (l'agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile). Nel suo nuovo incarico, Zaccone subentra al fisico e matematico Bruno Barberis, che ha guidato il Centro per quindici anni e che ora resta all'interno del comitato scientifico.
Anche il Museo della Sindone, strettamente connesso al Centro di Sindonologia, sperimenta la via del cambiamento, inaugurando un nuovo logo (realizzato in collaborazione con studenti e docenti dell'istituto di grafica e comunicazione Bodoni-Paravia) e un sito internet rinnovato, più dinamico e di facile accesso. Le pagine web danno un'idea dell'interesse e della curiosità che la Sindone suscita, anche in ambito internazionale. Il sito riceve ogni anno circa 100mila visite da 123 Paesi, con Russia e Cina che totalizzano, da sole, 800 contatti al mese. Non solo: il Museo, che sta gradualmente diventando una tappa di rilevo negli itinerari turistici torinesi, intensifica la sua attività con le scuole e con la Città. Finora sono stati coinvolti più di 23.000 studenti. Anche per l'anno scolastico appena iniziato, sono previsti numerosi approfondimenti dedicati ai più giovani. Inoltre, nel 2017, compie 60 anni il gemellaggio tra Torino e Chambery, la città francese che custodì il “sacro lino” prima che i Savoia ne decidessero il trasferimento in Italia.
La Sindone è un documento che sa conquistare credenti e non, forse proprio per il gran numero di interrogativi che lascia aperti, a cominciare da quell'immagine così misteriosa, che si comporta come un negativo fotografico. Sull'“autenticità” (ma già il termine è problematico) del telo, la Chiesa non si è espressa, lasciando agli studiosi la libertà di condurre indagini con i metodi propri della scienza e accogliendo anche pareri discordanti (purché frutto di esami rigorosi). Di sicuro, per le persone credenti, il lenzuolo è fonte di domande perché, singolare icona, racconta una storia di sofferenza e di speranza. Ciclicamente la Sindone cattura l'attenzione delle grandi folle e dei media internazionali. Questo avviene, di solito, in concomitanza con le ostensioni, cioè i momenti in cui il lino viene mostrato al pubblico. L'ultima è stata nella primavera del 2015, durante le celebrazioni per il bicentenario della nascita di don Bosco. Ma anche nei momenti di relativo silenzio, quelli in cui i riflettori del mondo sono puntati altrove, non si interrompe il lavoro di chi studia, racconta e custodisce un tesoro così prezioso.
Per maggiori informazioni www.sindone.it
(Foto in alto: Reuters)