Il Papa ha riformato il processo canonico per quanto riguarda la dichiarazione di nullità dei matrimoni, un punto che può dare parziale risposta alla spinosa questione del divieto dei sacramenti ai divorziati risposati. Soltanto martedì, con la pubblicazione delle due lettere «motu proprio» che riformano e il codice di diritto canonico e il diritto canonico delle chiese orientali, si conoscerà in dettaglio della riforma voluta da papa Francesco. I testi saranno disponibili dalle 10,30, con embargo alle 12,30. Verranno poi presentati alle 12 in una conferenza stampa in Vaticano, da sei ecclesiastici, in primis il decano della Sacra Rota mons. Pio Vito Pinto. Questi è presidente della commissione speciale per la riforma del processo matrimoniale canonico che il Papa ha istituito nell'agosto 2014 e pubblicato nel settembre successivo.
In diversi interventi, tra cui lo scorso gennaio nell'udienza ai partecipanti a un convegno di esperti di diritto canonico, papa Francesco aveva indicato la propria intenzione di rendere più snelli e agevoli i percorsi per chi chiede l'annullamento del proprio matrimonio e aveva annunciato possibili «interventi legislativi» per velocizzare le cause di nullità. La riforma terrà probabilmente conto delle tre ipotesi di lavoro emerse nel Sinodo dei vescovi sulla famiglia dello scorso autunno: eliminare la necessità della sentenza conforme in sede di appello; istituire giudizi non collegiali ma monocratici; definire una linea “amministrativa”, complementare a quella giudiziale, che affidi al vescovo diocesano la potestà di dichiarare nullo il matrimonio.
Le due lettere «motu proprio» di papa
Francesco s’intitolano «Mitis Iudex Dominus Iesus», quella riguardante il
codice di diritto canonico, e «Mitis et misericors Iesus», quella riguardante
il codice dei canoni delle Chiese orientali, e trattano della «riforma del
processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio». Gli
esperti incaricati di presentare i due importanti documenti papali, oltre a
mons. Pinto, fanno tutti parte della Commissione speciale di riforma del
processo canonico, e sono il cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del
Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi; mons. Dimitrios Salachas, esarca
apostolico di Atene per i cattolici greci di rito bizantino; mons. Luis
Francisco Ladaria Ferrer, gesuita, segretario della Congregazione per la
Dottrina della Fede; mons. Alejandro W. Bunge, prelato Uditore della Rota
Romana e Segretario della Commissione speciale; padre Nikolaus Schoech, O.F.M.,
promotore di Giustizia Sostituto del Supremo Tribunale della Segnatura
Apostolica e Segretario della Commissione speciale.