È in arrivo una nuova, drammatica carestia, dopo quella che ha colpito il Corno d’Africa. Questa volta l’area colpita è quella del Sahel. A partire dal mese prossimo 10 milioni di persone saranno in pericolo di morte per fame, dei quali un milione di bambini.
Le popolazioni della regione stanno esaurendo le riserve alimentari necessarie per sopravvivere. Si stima che la carestia colpirà 6 milioni di persone in Niger, 2,9 in Mali, 700 mila in Mauritania. Ma anche Burkina Faso e Ciad saranno duramente colpite.
Anche in questo caso la carestia è l’effetto di una prolungata siccità. L’allarme, in questi giorni, è stato lanciato già dall’Unicef e da due organizzazioni non governative che operano nei Paesi coinvolti: l’italiana Intersos e la francese Action contre la faim (Acf).
«In Ciad e Mauritania», scrive Intersos nell’appello diffuso oggi, «un deficit della produzioni cereali di oltre il 50 per cento rispetto allo scorso anno sta portando a gravi livelli di malnutrizione tra le fasce vulnerabili della popolazione». Intersos riporta, peraltro, le stime delle agenzie umanitarie Onu delle ultime settimane.
«Siccità, scarsi raccolti e alti prezzi dei prodotti alimentari rischiano di gettare la regione del Sahel nell’Africa centro-occidentale in una nuova emergenza umanitaria» se la comunità internazionale non interverrà in modo efficace, aggiungono i responsabili della Ong italiana.
L’organismo umanitario sta aiutando oltre 30.000 sfollati ciadiani che, scappati nel 2006 a causa del conflitto al confine col Darfur, oggi sono rientrati nei loro villaggi d'origine nella regione del Dar Sila: «Oggi», spiega Alessandro Romio, capomissione di Intersos in Ciad, «le migliaia di contadini e pastori che stiamo sostenendo si trovano in bilico: le scorte di cereali stanno finendo, la cattiva stagione agricola, la carenza di piogge, gli attacchi ai campi di insetti e uccelli, stanno mettendo in pericolo la sicurezza alimentare delle famiglie nel Dar Sila. L’autosufficienza alimentare raggiunta con sforzi e impegno delle associazioni contadine rilanciate anche grazie al nostro programma di aiuti, oggi sembra sul punto di crollare. Bisogna intervenire adesso per evitare che i ritardi negli aiuti si paghino con vite umane».
La malnutrizione è già a livelli allarmanti in molte aree del Sahel e continuerà a salire. Le esigenze nutrizionali più elevate fanno correre ai bambini i maggiori rischi di mortalità, seguiti dalle donne incinte e in allattamento e dalle ragazze adolescenti.
In Mauritania, dove Intersos assiste il rientro nel Paese di 20.000 rifugiati senegalesi, «è necessario agire per fronteggiare l'impatto negativo della siccità soprattutto verso le fasce più vulnerabili dei mauritani, in totale circa 120.000 persone, di cui oltre 33.000 minori di cinque anni d'età», conclude Romio.
Secondo Olivier De Schutter, relatore speciale dell'Onu per il diritto al cibo, nell’immediato futuro «il Sahel diventerà enormemente dipendente dall’importazione di cibo, che dovrà essere acquistato a prezzi alle stelle sui mercati internazionali. Questo potrebbe significare un disastro per milioni di persone, i cui bisogni alimentari aumentano mentre il loro potere d'acquisto crolla».