Mia figlia ha iniziato da poco il quinto anno delle superiori e fin dal primo giorno di scuola ha vissuto con molta preoccupazione l’idea di non avere notizie certe in merito al nuovo esame di maturità. Soltanto qualche giorno fa i professori le hanno comunicato le nuove disposizioni ministeriali sull’argomento. Molti i cambiamenti, alcuni più o meno attesi. Potrebbe riassumere i punti salienti per i non addetti ai lavori?
MARCELLA
Cara Marcella, un po’ di attesa per le novità in merito al nuovo esame di Stato serpeggiava, a dire il vero, anche nelle riunioni tra colleghi durante il primo mese di scuola. Con la circolare del 4 ottobre scorso i chiarimenti sono arrivati. Intanto è rimandata all’anno che verrà la prova Invalsi obbligatoria ai fini dell’accesso alla maturità e lo svolgimento dell’alternanza scuola-lavoro. Entrambe fino al 1° settembre 2019 non sono requisiti d’ammissione. Per poter sostenere l’esame occorre invece aver frequentato almeno i tre quarti del monte ore annuale e aver conseguito una votazione non inferiore a sei decimi in ogni disciplina, condotta compresa, ovviamente salvo eccezioni che dovranno essere debitamente motivate dal consiglio di classe. Novità sul fronte del sistema di attribuzione del punteggio e sul peso che avrà il percorso, con riconferma sostanziale di quanto previsto dalla Buona scuola: il credito scolastico peserà non più 25 ma 40 punti su cento, le prove scritte saranno due e non tre, con venti punti al massimo per ciascuna e venti punti riservati al colloquio orale. Il primo scritto è in programma il 19 giugno, occorrerà scegliere tra tre tipologie di prove e non quattro – eliminato il tema storico – per un totale di sette tracce: due per l’analisi del testo, quindi due autori e non più uno, dall’Unità d’Italia fino a oggi; tre tracce per l’analisi e la produzione di un testo argomentativo; due tracce su tematiche di attualità. Il 20 giugno sarà invece la volta della seconda prova di indirizzo. La valutazione delle prove sarà basata su griglie nazionali, per garantire la più possibile uniformità di giudizio (sempre molto difficile da perseguire). Una riforma che gli studenti hanno molto apprezzato: Skuola.net ha intervistato circa mille maturanti, di cui è a favore il 34%, con lodi alla riduzione delle prove scritte, ai due autori di analisi del testo e alla doppia traccia di attualità. Pare un esame più facile, insomma. Uno studente su cinque, però, resta più lucidamente consapevole delle difficoltà. Che non spariscono affatto, soprattutto perché si vaglierà come sempre il raggiungimento di una tappa importante di crescita. Sia intellettuale sia umana.