E poi dicono che il 17 porterebbe sfortuna. A Corrado Nuzzo e Maria Di Biase il 17 porta benissimo. Festeggiano, infatti, i 17 anni assieme con lo spettacolo teatrale Gli impiegati dell’amore, in una tournée che tocca una ventina di date e che terminerà a Milano a marzo 2016. La commedia, storia di due ragazzi impiegati in un’agenzia matrimoniale, scritta dal parigino David Foenkinos, ha avuto un successo clamoroso in Francia e la regista Marie Pascale Osterrieth lo ripropone ora in Italia, con la coppia, sul palco e nella vita, Nuzzo-Di Biase. Lui è un timido bloccato in ogni emotività, lei una dura molto chiusa. La crisi dell’agenzia li porta a un confronto e la timidezza si trasforma in comicità. S’innamorano, ma scatta subito la routine.
«L’amore va coltivato», dice Nuzzo, parlando della commedia ma anche della vita privata. I temi dello spettacolo sono il lavoro precario, l’amore, la paura della felicità, tutto risolto in chiave comica, come si addice al duo che eredita il ruolo di coppia che fu di Paolo Panelli e Bice Valori, ma anche di Raimondo Vianello e Sandra Mondaini.
Per Maria, «come comici siamo un’entità unica», mentre Corrado puntualizza: «Cerchiamo di proteggere la coppia comica».
Assieme hanno iniziato quasi per caso, dopo essersi conosciuti a Bologna. «Io sognavo solo il teatro», dice Nuzzo; «Io studiavo matematica», replica Maria. E, intanto, per divertirsi un po’ con passione, lei recitava in piccoli pezzi dedicati alle donne. Lui, che lavorava con Natalino Balasso, la vede, la conosce, poi scatta l’amore. I due discutono di tante cose; poi, una sera, a una kermesse comica, racconta Maria, «ci hanno chiesto di fare una cosa assieme. Non ci avevamo mai pensato».
«Quella sera abbiamo capito che ci divertivamo molto», prosegue Corrado. Da lì in poi, il teatro e la coppia hanno costituito il seguito naturale. «Tempo dopo, chiedemmo un consiglio per uno sketch comico a Balasso, e invece lui, a sorpresa, lo volle portare alla Gialappa’s», dice Nuzzo. Da lì, è iniziato il successo su larga scala.
Nuzzo e Di Biase, dopo essere passati attraverso la Tv come la maggioranza dei comici italiani di oggi, lavorano in teatro e alla Rai, con un maestro come Enrico Vaime, a Black Out, su Radio 2. Commenta Nuzzo: «Con lui c’è un rapporto magnifico perché c’insegna qual è lo stile della comicità e come deve essere fatta. Lavorare con Vaime per noi è una bellissima medaglia».
Così è la radio, mentre in Tv è tutto diverso, come sottolinea Maria: «C’è un minutaggio particolare e non devi farti fagocitare», mentre Nuzzo non fa fatica ad ammettere: «A me la Tv piace, comunque. La trovo stimolante. Con parsimonia, però, non bisogna fare troppe cose e apparire molto».
C’è discrezione, quella un po’ antica che appartiene al Sud. Nuzzo viene da Tricase, provincia di Lecce; Di Biase da Bonefro, provincia di Campobasso, anche se è nata un bel po’ più lontano: «A Montréal, Canada. Papà era impiegato in un’azienda di ceramiche. Siamo tornati in Molise dopo sei o sette anni».
Ma come si lavora in coppia? Dice Nuzzo: «Se abbiamo molte idee, ci dividiamo il lavoro e poi ci confrontiamo». E se le battute migliori sono dell’altro? «Nessun problema», chiude l’argomento Corrado. «Di certo non siamo gelosi delle battute, anzi».
Forse oggi piace di più la comicità al femminile? «Ma no, è uguale, la comicità vale allo stesso modo per ognuno dei due sessi», dice Di Biase, anche se confessa che «sì, forse c’è un po’ di attenzione in più per le donne comiche ma credo che sia solo una… specie di moda passeggera. È solo un periodo così. E poi, noi due lavoriamo assieme e quindi il problema non si pone. Siamo entrambi gli autori di noi stessi». «E cerchiamo di proteggere la coppia comica», chiude Nuzzo.