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lunedì 12 maggio 2025
 
Nucleare
 

Hiroshima, Obama e le scuse, per ora, mancate

12/05/2016  Il presidente Usa non chiederà scusa per la bomba atomica nel suo viaggio in Giappone con tappa a Hiroshima. Parlerà piuttosto, davanti a memoriale della Pace, contro la proliferazione delle armi nucleari.

Sarà uno degli ultimi viaggi, essendo alla fine del suo mandato, quello di Barak Obama in Giappone dove visiterà Hiroshima. Avverrà il 27 maggio in seguito al summit del G7 che si svolgerà nella non lontana Ise-Shima. Prima di lui, lo scorso aprile, il Segretario di Stato John Kerry, ha aperto la strada ed è stato il primo segretario di stato Usa a recarsi nella città incenerita da una bomba, l'atomica, sganciata la mattina del 6 agosto 1945 dal bombardiere americano Enola Gay. Tre giorni dopo un'altro ordigno nucleare colpì la città di Nagasaki. In tutto le vittime furono oltre 220 mila, senza contare le conseguenze per decenni sulla salute di migliaia di giapponesi.

Secondo l’attuale programma il presidente Usa parlerà davanti al Memoriale della Pace (al suo fianco il premier giapponese Shinzo Abe) e sono in molti a chiedersi cosa dirà, in quell’occasione, il presidente della Nazione che distrusse proprio quella città.

 La destra ha subito mostrato timore e sollevato critiche per il decimo viaggio in Asia di Obama (che si terrà dal 21 al 28 maggio) definendolo ironicamente apology tour (il tour delle scuse). Teme infatti che, passando anche per il Vietnam, il presidente mostri i criticabili segni di debolezza a lui imputati, nella politica estera. I repubblicani più conservatori hanno infatti sempre denunciato la mancanza di leadership dell'America e la tendenza a mostrarsi prona verso i suoi nemici, Cina compresa.

Ma Obama, d’altra parte, non ha intenzione di chiedere scusa per la mostruosità della bomba atomica e per le vittime che morirono in quei giorni e negli anni a venire e che, secondo chi difende la decisione americana, pose rapidamente fine alla seconda guerra mondiale. Farà piuttosto, assicura uno dei suoi più stretti consiglieri Ben Rhodes, un forte appello alla non proliferazione delle armi nucleari, all'assunzione di responsabilità da parte della comunità internazionale per un mondo sempre più sicuro e pacifico. Un appello che va visto anche in chiave interna agli Usa, guardando alla campagna elettorale in corso, dove il messaggio di Obama si contrappone totalmente a quello di un Donald Trump che vorrebbe un riarmo nucleare di Giappone e Corea del Sud.

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