(nella foto: il vescovo di Andria, monsignor Luigi Mansi. In copertina: la scritta sul muro di Andria, immagine tratta da sito www.andriaviva.it)
Il 22 ottobre scorso, sulle mura della Casa di accoglienza
"S. Maria Goretti" di Andria, in via Quarti, è comparso una scritta
con la frase: "Odio la Chiesa". Non si sa chi sia l’autore. Il vescovo,
monsignor Luigi Mansi, non ha voluto far cadere la provocazione e sul sito
della diocesi ha pubblicato una riflessione toccante che è anche un segno
concreto di una chiesa che non si arrocca ma cerca il dialogo anche con i
lontani o, in questo caso, i delusi.
«Non posso nascondere il mio
rammarico, dovuto al fatto che io sono il Vescovo e quindi il Pastore della
Chiesa di Andria, mi chiedo: sarà un battezzato?», scrive Mansi.
«Se sì, allora, il rammarico è ancora
più forte, perché si tratta di un figlio che odia sua madre e la sua casa».
Poi
prosegue: «Nella riflessione che voglio fare mi
vengono in aiuto, profondamente illuminanti, alcune parole del cardinale Walter
Kasper: "Giovanni XXIIII nel suo celebre discorso di apertura del concilio
Vaticano II ha parlato del futuro con un ottimismo che oggi ci sembra quasi
ingenuo ed ha promesso alla Chiesa una nuova pentecoste. Dopo questa fase,
relativamente breve, di fioritura, la Chiesa ha tuttavia ripreso ad aver paura
del suo proprio coraggio.
Si ha ora di nuovo
paura del rischio, che libertà e futuro comportano, e ci si è votati in larga
parte ad un'opera di conservazione e di restaurazione Tuttavia se la Chiesa
diventa l'asilo di quanti cercano riposo e riparo nel passato, non deve
meravigliarsi se i giovani le voltano le spalle, e cercano il futuro presso
ideologie e utopie di salvezza, che promettono di riempire il vuoto che la
paura della Chiesa ha lasciato libero". Parole certamente dure, nette,
vere».
La
Casa Santa Maria Goretti, che si trova nel centro storico di Andria, accoglie
migranti, senza tetto, persone bisognose e in difficoltà, poveri e offre
diversi servizi: dalla mensa della carità al servizio indumenti e docce, dallo
sportello per l’assistenza legale al Centro di ascolto fino alla distribuzione
dei pasti caldi a domicilio.
La scritta sulla Casa d'accoglienza (foto da Andriaviva.it)
Hai posto la tua scritta su un luogo dove la Chiesa esercita la sua maternità
Mons.
Mansi si rivolge direttamente all’autore della scritta: «Non so chi è l'autore di quella scritta: "odio la
Chiesa" ma sento che si tratta di un fratello e figlio nella fede, con il
quale desidero sedermi accanto per dialogare e magari aiutarlo a conoscere di
più la Chiesa, per amarla in tutta verità. E in un dialogo fraterno e amicale,
gli porrei subito queste domande. E vorrei dirgli: "Perché odi la Chiesa?
Cosa ti ha fatto? O quale tipo di chiesa hai conosciuto o conosci? Questo
perché, se noi uomini di Chiesa, ti abbiamo deluso o scandalizzato, per qualche
nostro comportamento, non conforme alla Parola di Dio che annunciamo, aiutaci a
cambiare, se veramente vuoi lanciarci un messaggio e non semplicemente
nasconderti dietro uno slogan. Ti
chiedo ancora: quanto hai scritto lo dici da te stesso o sono gli ambienti che
frequenti che te l'hanno suggerito o insegnato? La Chiesa, sia quella istituzionale come anche l'intero
Popolo di Dio è una Madre, ama come un madre, agisce come madre». E prosegue: «Se mi dici che odi la Chiesa che
odora di incenso e che si identifica solo con il culto, anche io sono d'accordo
con te, anche se non parlerei di odio. La parola è troppo brutta per un
cristiano.
Se
mi dici che vuoi la Chiesa libera da ogni compromesso con il potere, sono anche
io d'accordo con te.
Se
mi dici che non vuoi una chiesa più presente nella vita delle persone, capace
di accendere di speranza l'umanità, soprattutto quella che soffre ed è ai
margini della considerazione umana ed ecclesiale, allora capisco cosa c'è
dietro quella scritta.
Ti
invito a non essere miope a tal punto da non accorgerti, che quella scritta
l'hai posta su un luogo dove la Chiesa esercita la sua maternità, verso i più
poveri: i migranti, ma non solo questi ultimi, famiglie andriesi in difficoltà,
anziani, persone sole e mandati via di casa, ragazze madri, donne abbandonate,
papà separati, gente che nessuno più vuole… E tutto questo lo fa con la
gratuità del cuore e con il contributo gratuito e volontario di tante persone,
che senza ribalta e nel silenzio,
"vengono a dare una mano"».
Poi
chiede ancora il vescovo: «Mi sai dire se nella tua vita hai
conosciuto istituzioni o organismi che servono la promozione dell'uomo con
gratuità, senza ricavarne alcun utile? Noi
come Chiesa non volgiamo fare altro che servire l'uomo con la larghezza e
l'abbondanza d'amore di Dio».
La
conclusione è quella di un pastore sollecito: «Se
condividi queste mie riflessioni», scrive il Vescovo, «allora cancella prima dal tuo cuore e poi dalle mura di
Casa Accoglienza il tuo odio per la Chiesa, e vieni da me e aiutami a costruire
la Chiesa che insieme sogniamo.
Ti
benedico».