A fine '800, in un'aria satura di carbone bruciato e fumi di ciminiera, le Officine Grandi Riparazioni di Torino erano una fucina pulsante: vi lavoravano centinaia di operai, addetti manutenzione dei convogli ferroviari.
A più di un secolo di distanza, quegli spazi si aprono a una nuova vita, diventando officine della creatività e del pensiero. Così la città subalpina si riappropria di un luogo denso di storia. Gli edifici, preziosa testimonianza di archeologia industriale, si sottraggono al degrado per sperimentare nuove destinazioni d'uso. Dove in passato si aggiustavano treni, presto si terranno concerti, mostre ed eventi di vario genere. Inoltre le ex officine ospiteranno realtà imprenditoriali innovative e perfino una zona dedicata all'enogastronomia. Il lavoro di recupero si deve, in massima parte, all'impegno della Fondazione Crt (Cassa di Risparmio di Torino), che per il progetto ha stanziato ben 100 milioni di Euro. E' il più grande investimento mai sostenuto dalla Fondazione, almeno in un'unica tranche.
La lenta metamorfosi delle Ogr (Officine Grandi Riparazioni) ha origini lontane. Dopo un secolo di attività, alla fine degli anni '90 gli impianti sono stati dismessi e sull'intera area è calato il sipario dell'oblio. Il sonno si è interrotto, per breve tempo, nel 2011, quando le Ogr, dopo una sommaria risistemazione, hanno ospitato la mostra “Fare gli Italiani” e alcuni eventi legati alle celebrazioni per il centocinquantenario dell'unità d'Italia. Nella primavera 2012 sono state anche la cornice per la trasmissione tv “Ma l'amore no”, con Fabio Fazio e Roberto Saviano. Poi, di nuovo il silenzio. Già, perché «per assicurare davvero un futuro a quest'area serviva un restauro imponente, anzi, un vero e proprio ripensamento degli spazi» ha sottolineato, durante una presentazione alla stampa, il presidente della Fondazione Crt e delle Ogr, Giovanni Quaglia. I lavori sono iniziati nel luglio 2014 e ora, dopo 1.000 giorni di cantiere, tutto è pronto per la nuova inaugurazione, che avverrà il 30 settembre con una grande rassegna musicale.
A esplorare il complesso di edifici dalla forma ad H, con i suoi 20.000 metri quadri (ma l'intera area, considerando anche gli spazi esterni, ne occupa ben 35.000) si resta colpiti dalle dimensioni e dall'imponenza. Il cosiddetto duomo (la sala in cui i vagoni venivano messi in verticale per la manutenzione) è alto 19 metri. Ambienti del genere farebbero gola a Manhattan e potrebbero stimolare le fantasie più ardite di tanti registi cinematografici. Ma ecco come i curatori del progetto hanno immaginato i nuovi spazi.
Emergono tre anime distinte. L'officina Nord (lunga 200 metri) sarà interamente destinata all'arte: ospiterà mostre, eventi e concerti (dalla musica classica fino alle avanguardie dell'elettronica). E' dotata di un palco ad altezze variabili e di tribune mobili per il pubblico. L'officina Sud (attualmente ancora in fase di ristrutturazione) sarà invece deputata all'innovazione e alla ricerca. A partire dal 2018, a lavori terminati, sarà la sede di start-up dalla forte vocazione sperimentale. Tra i partner figurano enti di spicco, come il Politecnico di Torino e perfino il Dipartimento di Stato Americano. Infatti la palazzina diventerà un punto di riferimento per i giovani del Best (Business Exchange and Student Training), un programma bilaterale Italia-Usa che garantisce ad alcuni talenti nostrani un periodo di formazione nella Silicon Valley. Infine, il transetto, cioè lo spazio di collegamento fra le due officine, sarà un piacevole punto di sosta per gli amanti del gusto e della buona tavola: conterrà due ristoranti, un cocktail bar e un “tavolo sociale”, lungo 25 metri, punto di aggregazione e relax. Il progetto di recupero ha previsto anche la creazione di due nuove “piazze pubbliche” «concepite per il dialogo e l'incontro, come moderne agorà» ha osservato Massimo Lapucci, segretario generale Fondazione Crt e direttore Ogr.
Da notare che tutta l'area circostante è caratterizzata da grande dinamismo: nelle immediate vicinanze si trovano la stazione ferroviaria di Porta Susa, il Politecnico di Torino e il grattacielo Intesa San Paolo (sede dell'omonimo istituto di credito), progettato da Renzo Piano. In una delle due “corti” delle Ogr sarà collocata un'installazione dell'artista sudafricano William Kentridge, figura di rilevo nel panorama contemporaneo.