In questo 1 settembre ricorrono due importanti giornate dedicate all'ambiente e alla conservazione del pianeta. La prima Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, voluta da papa Francesco, e la decima Giornata per la custodia del Creato, inaugurata dieci anni fa dalla Conferenza episcopale italiana. Un momento importante per riflettere sul rapporto tra uomo e ambiente, come appunto suggerisce il titolo del messaggio dei vescovi italiani per la giornata: "Un umano rinnovato, per abitare la Terra", affinché la creazione sia davvero e fino in fondo considerata come "spazio da abitare nella pace, coltivandolo e custodendolo, per costruirvi una vita buona condivisa".
Nella lettera che istituiva la Giornata mondiale di preghiera, diffusa il 10 agosto scorso, papa Francesco ricordava che l'appuntamento avrebbe offerto "ai singoli credenti ed alle comunità la preziosa opportunità di rinnovare la personale adesione alla propria vocazione di custodi del creato, elevando a Dio il ringraziamento per l’opera meravigliosa che Egli ha affidato alla nostra cura, invocando il suo aiuto per la protezione del creato e la sua misericordia per i peccati commessi contro il mondo in cui viviamo".
Ecco quindi che, per questo duplice momento di riflessione e preghiera, e nella scia della recentissima enciclica "Laudato sì", Caritas italiana ha pubblicato un nuovo dossier intitolato "Ecologia integrale. L'industria estrattiva mina sempre più ambiente e salute delle comunità locali". Il dossier richiama e analizza i più recenti allarmi sulla "salute" del pianeta Terra e ricorda "l'innalzamento costante delle temperature, il depauperamento progressivo degli ecosistemi, l'aumento dei disastri naturali del 470% negli ultimi 30 anni e la devastazione di intere comunità".
Sono sempre gli strati più poveri della popolazione mondiale a pagare, anche quando si tratta di sfruttamento eccessivo o illecito delle risorse naturali. Come d'abitudine, il dossier Caritas (l'ottavo della serie), oltre a ricostruire i dati generali del problema, affronta anche un caso specifico. I precedenti erano dedicati alla crisi economica greca, al conflitto in Siria, alla condizione dei carcerati ad Haiti, allo sfruttamento del lavoro in Asia, alla persecuzione dei cristiani in Iraq. Quest'anno il focus è sulla Repubblica del Congo, in Africa, e sulle conseguenze dello sfruttamento dei giacimenti di petrolio.