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giovedì 16 gennaio 2025
 
IL PAPA
 

«Ogni ragazzo di strada è un grido che sale a Dio»

17/09/2015  Francesco condanna il sistema sociale che crea esclusione e chiede a chi lavora nella pastorale di strada di pensare un piano per rispondere al dramma di quanti sono costretti a vivere senza casa, famiglia e affetti.

Un grido che sale a Dio. «I bambini e le donne della strada non sono numeri, non sono "pacchi" da scambiare: sono esseri umani con un proprio nome e un proprio volto, con un’identità donata da Dio a ciascuno di loro. Nessun bambino sceglie per conto suo di vivere in strada. Ogni bambino abbandonato o costretto a vivere nella strada, diventato preda delle organizzazioni criminali, è un grido che sale a Dio». Un discorso breve, ma forte quello che Papa Francesco ha rivolto ai partecipanti al Simposio internazionale sulla Pastorale della Strada, promosso dal Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti.

Sotto accusa «un sistema sociale che da decenni critichiamo, ma che facciamo fatica a cambiare secondo criteri di giustizia, dice il Papa». Bergoglio incoraggia a portare avanti lo scopo dell'incontro cioè «preparare un piano d’azione in risposta al fenomeno dei bambini e delle donne – e delle loro famiglie – che hanno come principale ambiente di vita la strada».

Realtà di esclusioni e sfruttamento «causate dall’indifferenza, dalla povertà, dalla violenza familiare e sociale, e dalla tratta delle persone umane. Non manca inoltre il dolore per le separazioni coniugali e la nascita di bambini fuori del matrimonio, destinati spesso a una vita "randagia". I bambini e le donne della strada non sono numeri, non sono "pacchi" da scambiare: sono esseri umani con un proprio nome e un proprio volto, con un’identità donata da Dio a ciascuno di loro».

Il Papa insiste: «Tanti bambini vengono derubati della loro infanzia, dei loro diritti, del loro futuro. La carenza di leggi e di strutture adeguate contribuisce ad aggravare il loro stato di privazione: mancano di una vera famiglia, mancano dell’educazione e dell’assistenza sanitaria. È preoccupante vedere in aumento il numero delle giovani ragazze e delle donne che vengono costrette a guadagnarsi da vivere sulla strada, vendendo il proprio corpo, sfruttate dalle organizzazioni criminali e a volte da parenti e familiari. Tale realtà è una vergogna delle nostre società che si vantano di essere moderne e di aver raggiunto alti livelli di cultura e di sviluppo. La corruzione diffusa e la ricerca del guadagno a tutti i costi privano gli innocenti e i più deboli delle possibilità di una vita dignitosa, alimentano la criminalità della tratta e le altre ingiustizie che gravano sulle loro spalle. Nessuno può rimanere inerte di fronte all’urgente necessità di salvaguardare la dignità della donna, minacciata da fattori culturali ed economici!».

E infine un invito forte: «Vi chiedo, per favore», dice il Papa, «di non arrendervi di fronte alla difficoltà dalle sfide che interpellano la vostra convinzione, nutrita dalla fede in Cristo, che ha dimostrato, fino al culmine della morte in croce, l’amore preferenziale di Dio Padre verso i più deboli ed emarginati».

Perché «la Chiesa non può tacere, le istituzioni ecclesiali non possono chiudere gli occhi di fronte al nefasto fenomeno dei bambini e delle donne della strada. È importante coinvolgere le diverse espressioni della comunità cristiana nei vari Paesi al fine di rimuovere le cause che costringono un bambino o una donna a vivere in strada o procurarsi da vivere nella strada. Noi non possiamo mai evitare di portare a tutti, in modo particolare ai più deboli e svantaggiati, la bontà e la tenerezza di Dio Padre misericordioso. La misericordia è l’atto supremo con il quale Dio ci viene incontro, è la via che apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre».

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