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giovedì 01 giugno 2023
 
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La strage del Mare nostrum: duemila morti nel 2015

05/08/2015  Lo dice l'ultimo rapporto dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni. Il numero delle vittime è aumentato rispetto al 2014. Il tratto più pericoloso è il Canale di Sicilia.

Una tragedia immane, senza fine. Mentre Gran Bretagna e Francia cercano di gestire l'emergenza dei migranti a Calais, che cercano di passare la Manica attraverso l'eurotunnel, arrivano i nuovi dati dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) sulle vittime del Mediterraneo. L'esodo della disperazione continua a fare strage di uomini, donne, bambini in fuga attraverso il Mare nostrum. Dall'inizio del 2015 più di duemila migranti sono morti nel tentativo di raggiungere in barca le coste europee. Nello stesso periodo, lo scorso anno, le vittime del mare erano state circa 1.600, alla fine del 2014 più di 3.200. 

Il rapporto dell'Oim indica il Canale di Sicilia come il tratto più pericoloso per chi tenta la traversata. La maggior parte dei migranti ha infatti perso la vita lungo la rotta centrale che collega la Libia alle coste siciliane. Le cause? Il pessimo stato, già in partenza, delle imbarcazioni usate dai trafficanti, che vengono fatte partire anche quando le condizioni del mare non lo permettono, con un rischio notevolmente maggiore di naufragio. E' significativo che lungo la rotta verso la Grecia, Paese di approdo dei migranti come l'Italia, i morti siano stati appena una sessantina.

Ma c'è anche il rovescio della medaglia: ovvero gli enormi sforzi per il salvataggio e il recupero dei migranti in mare. Il rapporto dell'Oim mette infatti in evidenza l'impegno delle forze navali per salvare quante più vite umane possibili nel Mediterraneo: i migranti salvati finora sono quasi 188mila. Negli ultimi mesi il numero delle vittime è diminuito, grazie al potenziamento di Triton, l'operazione di pattugliamento delle coste messa in campo dall'agenzia Ue Frontex per la gestione delle frontiere, che ha di fatto sostituito la missione militare-umanitaria Mare nostrum: grazie a nuovi fondi messi a disposizione dalla Commissione europea, durante l'estate i mezzi impiegati nel Mediterraneo sono stati aumentati (3 aerei, 6 navi d'altura, 12 pattugliatori e 2 elicotteri) e l'area operativa di Triton è stata estesa a 138 miglia nautiche a Sud della Sicilia (contro le 30 miglia precedenti), dando così la possibilità alle navi di spingersi fino a dove partono le richieste di soccorso.  

«E’ inaccettabile che nel ventunesimo secolo le persone in fuga da conflitti, persecuzioni, miseria e degrado ambientale debbano debbano patire tali terribili esperienze nei loro Paesi»,  ha detto il direttore generale dell’Oim William Lacy Swing, «per non dire quello che sopportano durante il viaggio e poi morire alle porte dell'Europa».

(foto Reuters)

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