“Si sono aperte a Tokyo le trentaduesime Olimpiadi. In questa pandemia i Giochi siano un segno di speranza, un segno di fratellanza universale all’insegna del sano agonismo”. È l’augurio del Papa, al termine dell’Angelus di oggi in piazza San Pietro. “Dio benedica gli organizzatori, gli atleti e tutti coloro che collaborano per questa grande festa dello sport”, ha proseguito Francesco, che alla fine della preghiera mariana, oltre alle parole dedicate ai nonni e alla Giornata a loro dedicata, ha ricordato le “piogge torrenziali” che hanno colpito nei giorni scorsi la Cina, provocando “devastanti inondazioni”: “Prego per le vittime e le loro famiglie, ed esprimo la mia vicinanza e solidarietà a tutti coloro che soffrono per questa calamità”.
“Anche oggi il moltiplicarsi dei beni non risolve i problemi senza una giusta condivisione”, aveva detto in precedenza il Papa, commentando l’episodio evangelico della moltiplicazione dei pani e dei pesci. “Viene alla mente la tragedia della fame, che riguarda in particolare i più piccoli”, le parole di Francesco all’Angelus guidato dalla sua finestra che si affaccia in piazza San Pietro: “È stato calcolato che ogni giorno nel mondo circa settemila bambini sotto i cinque anni muoiono per motivi legati alla malnutrizione, perché non hanno di che sopravvivere”. “Di fronte a scandali come questi – ha spiegato il Papa – Gesù rivolge anche a noi un invito, un invito simile a quello che probabilmente ricevette il ragazzo del Vangelo, che non ha nome e nel quale possiamo vederci tutti noi: ‘Coraggio, dona il poco che hai, i tuoi talenti e i tuoi beni, mettili a disposizione di Gesù e dei fratelli. Non temere, nulla andrà perso, perché, se condividi, Dio moltiplica. Scaccia la falsa modestia di sentirti inadeguato, fidati. Credi nell’amore, nel potere del servizio, nella forza della gratuità’”.