Apprezziamo l’intervento di Adriano Sansa sulla tutela dei minori, ma non condividiamo l’idea di conservare i Tribunali dei minorenni; riteniamo infatti che sia un istituto ormai datato, che necessita di trasformazione in Tribunale della famiglia e delle persone
Innanzitutto non si può negare l’evidente limite manifestato dal Tribunale dei minorenni sin dalla sua istituzione: la rappresentazione del minore come persona a sè stante, avulsa dal contesto familiare e sociale in cui nasce e cresce. Il minore, il ragazzo, “bambini in pericolo, in stato di abbandono, lacerati da adulti inadatti …” non può e non deve mai essere inteso come una persona a sè bensì soprattutto al centro delle proprie relazioni familiari.
Per questo siamo a favore del superamento del Tribunale dei minorenni e dell’istituzione del Tribunale della famiglia e delle persone, che si occupi di tutte le controversie che vedono coinvolti non solo i minori ma anche i genitori, le "questioni di famiglia" (separazioni, divorzi), le controversie intergenerazionali (tutela, curatela etc.) e comunque tutto ciò che attiene alle relazioni familiari.
L’istituzione di un unico Giudice competente per le relazioni familiari comporterebbe l’evidente vantaggio di semplificare e uniformare procedure e decisioni e garantirebbe in misura maggiore l’esigenza di uniformità del diritto, oggi ripartito tra diverse competenze.
Nel nuovo modello, ai nuovi tribunali - oppure anche alle sezioni specializzate – devono ovviamente essere attribuite anche tutte le competenze in tema di diritto di famiglia, civili, penali o amministrative che siano, che oggi sono in capo ai giudici ordinari. I nuovi Tribunali dovrebbero essere istituiti in ogni circondario, o almeno presso i maggiori Tribunali; avranno bisogno di giudici togati e di personale tecnico dedicati sono a questa funzione, senza ipotizzare altri compiti: oggi infatti un giudice può trattare una causa di fallimento in azienda, e subito dopo trovarsi di fronte la tutela di un minore in una separazione. Tutti il personale– avvocati compresi – dovrebbe invece specializzarsi, sia nella formazione di base, sia soprattutto nella formazione continua; dovrà inoltre essere mantenuta la difesa tecnica obbligatoria anche per i minori e garantito un limiti nella durata dei procedimenti.
Non è tanto un problema di risorse, quanto soprattutto di volontà politica: basterebbe destinare le risorse e il personale che oggi si impiegano per i Tribunali dei minorenni ai nuovi Tribunali della famiglia e delle persone, per costruire finalmente uno spazio giuridico capace di tutelare non solo gli individui ma le persone in relazione.