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giovedì 10 ottobre 2024
 
 

Verso un Tribunale per la famiglia

01/10/2014  C'è bisogno di uno spazio giuridico capace di tutelare non solo gli individui ma le persone in relazione.

Apprezziamo l’intervento di Adriano Sansa sulla tutela dei minori, ma non condividiamo l’idea di conservare i Tribunali dei minorenni; riteniamo infatti che sia un istituto ormai datato, che necessita di trasformazione in Tribunale della famiglia e delle persone

Innanzitutto non si può negare l’evidente limite manifestato dal Tribunale dei minorenni sin dalla sua istituzione: la rappresentazione del minore come persona a sè stante, avulsa dal contesto familiare e sociale in cui nasce e cresce. Il minore, il ragazzo, “bambini in pericolo, in stato di abbandono, lacerati da adulti inadatti …” non può e non deve mai essere inteso come una persona a sè bensì soprattutto al centro delle proprie relazioni familiari.

Per questo siamo a favore del superamento del Tribunale dei minorenni e dell’istituzione del Tribunale della famiglia e delle persone, che si occupi di tutte le controversie che vedono coinvolti non solo i minori ma anche i genitori, le "questioni di famiglia" (separazioni, divorzi), le controversie intergenerazionali (tutela, curatela etc.) e comunque tutto ciò che attiene alle relazioni familiari.

L’istituzione di un unico Giudice competente per le relazioni familiari
comporterebbe l’evidente vantaggio di semplificare e uniformare procedure e decisioni e garantirebbe in misura maggiore l’esigenza di uniformità del diritto, oggi ripartito tra diverse competenze.

Nel nuovo modello, ai nuovi tribunali - oppure anche alle sezioni specializzate – devono ovviamente essere attribuite anche tutte le competenze in tema di diritto di famiglia, civili, penali o amministrative che siano, che oggi sono in capo ai giudici ordinari. I nuovi Tribunali dovrebbero essere istituiti in ogni circondario, o almeno presso i maggiori Tribunali; avranno bisogno di giudici togati e di personale tecnico dedicati sono a questa funzione, senza ipotizzare altri compiti: oggi infatti un giudice può trattare una causa di fallimento in azienda, e subito dopo trovarsi di fronte la tutela di un minore in una separazione. Tutti il personale– avvocati compresi – dovrebbe invece specializzarsi, sia nella formazione di base, sia soprattutto nella formazione continua; dovrà inoltre essere mantenuta la difesa tecnica obbligatoria anche per i minori e garantito un limiti nella durata dei procedimenti.

Non è tanto un problema di risorse, quanto soprattutto di volontà politica: basterebbe destinare le risorse e il personale che oggi si impiegano per i Tribunali dei minorenni ai nuovi Tribunali della famiglia e delle persone, per costruire finalmente uno spazio giuridico capace di tutelare non solo gli individui ma le  persone in relazione.

 
 
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