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domenica 08 settembre 2024
 
inaugurazione
 

Fabriano, nel nuovo oratorio "Carlo Acutis" braccia aperte ai bambini fuggiti da Kabul

14/10/2021  Nella cittadina marchigiana è stato inaugurato il nuovo grande spazio della parrocchia di San Nicolò intitolato al giovane Beato. Un oratorio inclusivo, che accoglie ragazzi di diverse nazionalità e culture e i figli di famiglie afghane, come ha spiegato il parroco don Aldo Buonaiuto, responsabile dell'ufficio Migrantes della Diocesi

(Nela foto: un momento della tavola rotonda per l'inaugurazione dell'oratorio intitolato al Beato Carlo Acutis)

Un luogo di incontro, dialogo, aggregazione «per ridare fiducia e speranza ai nostri ragazzi». Uno spazio ampio e accogliente «per tornare a ritrovarsi e incontrarsi, per fare comunità», nel nome del giovane Carlo Acutis. Don Aldo Buonaiuto, da un anno parroco della Chiesa di San Nicolò a Fabriano, in provincia di Ancona, racconta il progetto, appena inaugurato, del nuovo oratorio parrocchiale intitolato al quindicenne scomparso nel 2006, beatificato da papa Francesco nel 2020, celebrato il 12 ottobre, giorno della sua morte. Il nuovo oratorio ha ridato vita a quello che era chiamato Centro comunitario, un grande modulo di legno costruito subito dopo il devastante terremoto in Centro-Italia del 2016 - che ha danneggiato anche la chiesa di san Nicolò - per ospitare le attività liturgiche della parrocchia.

«Tutto è nato dall’oratorio estivo», spiega don Aldo, «nel corso dell’estate abbiamo accolto negli spazi della parrocchia in totale 200 bambini e ragazzi della città e anche di altre nazionalità, fedi, culture. Un’esperienza bellissima, terminata con la realizzazione di un recital con i ragazzi, “Un santo per amico”, che aveva al centro la figura del Beato Carlo Acutis come modello e ispirazione per i giovani. Dopo l’estate abbiamo sentito l’esigenza di non fermarci e abbiamo deciso di proseguire provvedendo alla ristrutturazione dello stabile del Centro comunitario che prima della pandemia era rimasto attivo solo per la messa domenicale per le persone più anziane e poi, con l’emergenza del Covid-19, è stato chiuso. L’idea è che l’oratorio sia un centro di socialità non solo per i ragazzi ma anche per adulti e anziani, che sia un luogo di relazioni sociali, anche grazie a un patto educativo con le istituzioni, le agenzie e organizzazioni scolastiche e sportive»

Il nuovo spazio parrocchiale per i giovani è stato inaugurato il 13 ottobre con una tavola rotonda aperta alla cittadinanza sul tema “Oratorio, la casa comune dei giovani”. All’evento sono intervenuti, insieme a don Buonaiuto, il vescovo della Diocesi di Fabriano-Matelica monsignor Francesco Massara, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, il prefetto di Ancona Darco Pellos, la giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Perugia Natalia Giubilei, il direttore di Rai Parlamento Antonio Preziosi. E anche volti noti dello sport: la campionessa di ginnastica ritmica della Faber Fabriano, “farfalla” della Nazionale, Sofia Raffaeli, presente con la sua allenatrice, l'ex ginnasta olimpionica Julieta Cantaluppi, e il campione di ciclismo paralimpico fabrianese medaglia d’argento ai Giochi di Tokyo, Giorgio Farroni hanno testimoniato l’importanza per i ragazzi di dedicarsi a uno sport, essenziale per crescere in modo sano, tenersi impegnati dopo la scuola, socializzare, esprimersi, imparando la fatica, il senso del sacrificio. Collegati a distanza, Antonia Salzano, madre di Carlo Acutis, e don Maurizio Patriciello, il parroco della Terra dei fuochi.

Lo spazio dedicato a Carlo Acutis «è un nuovo oratorio inclusivo», ha aggiunto il parroco, «anche grazie alla presenza di diversi ragazzi e bambini musulmani, come i figli delle famiglie di afghani scappati da Kabul e ora accolti in diverse case della diocesi». Sacerdote dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi (per la quale si è sempre occupato delle vittime della tratta e della prostituzione), don Aldo Buonaiuto è direttore dell’ufficio Migrantes della Diocesi e con la Onlus da lui presieduta “Pace in terra” ha gestito di recente l’accoglienza di alcune famiglie aghane nelle Diocesi di Fabriano-Matelica e di Camerino-San Severino Marche. Così, ora l’oratorio continua l’esperienza di incontro multiculturale e multiconfessionale vissuta durante l’estate. «Questi bambini salvati dall’inferno di Kabul sono il dono più bello di questa parrocchia», ha sottolineato don Aldo.

«L’oratorio aiuta a riscoprire bellezza della vita e il gusto del gioco insieme», ha detto nel suo messaggio conclusivo monsignor Massara. «I giovani non si incontrano più, né giocano liberamente insieme, né litigano e discutono. Perché non si incontrano. Io credo che noi adulti possiamo fare due grandi regali ai ragazzi: l’ascolto e il nostro tempo». E ha aggiunto: «Quando tornerò in questo oratorio, tra qualche settimana, spero di trovare la gioia negli occhi dei bambini e dei ragazzi. Come quella che oggi vedo in questi bambini afghani, scappati dalle violenze di Kabul. Al loro arrivo in Italia erano spenti, ma ora sono tornati sorridenti. Dobbiamo far sorridere i nostri figli».

 
 
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