Una fase dell'operazione Mare Nostrum (Reuters).
Alla fin fine, in quest'Italietta dei 91 miliardi evasi al fisco ogni anno e del Parlamento che non riesce a eleggere i giudici costituzionali, una cosa la possiamo tranquillamente dire: siamo orgogliosi di Mare Nostrum. Ed è giusto dirlo proprio nell'anniversario di una tragedia immane come quella che si produsse al largo di Lampedusa il 3 ottobre 2013, quando una carretta del mare carica di migranti sprofondò tra le onde portando con sé 366 vite.
Mare Nostrum prese il via proprio pochi giorno dopo la strage, il 18 ottobre, impegnando via via fino a 920 mezzi della Marina Militare. Appena in tempo, possiamo dire, perché questo 2014 è stato l'ann0 record per afflusso di profughi e migranti: siamo ormai a quota 140 mila, è più che doppiato il record precedente che risaliva al 2011, quando era in vigore la politica dei "respingimenti".
Le date dei flussi più intensi (2014, 2011) parlano chiaro: non si tratta più di una migrazione economica ma, in grandissima parte, di una migrazione generata da sconvolgimenti sociali e violenze. Nel 2011 furono le Primavere arabe e lo scontro tra i movimenti di protesta di massa e i regimi autoritari a spingere verso l'Europa decine di migliaia di persone. Oggi a quei rivolgimenti si sono aggiunte nuove guerre o le conseguenze di guerre scoppiate nel frattempo.
Dalla sola Siria, per esempio, preda di una feroce guerra civile scoppiata proprio nel 2011 su cui si è innestato il problema dell'Isis, sono ormai scappate più di 3 milioni di persone. Per non parlare della guerra civile in corso in Libia, del dramma continuo dell'Iraq, delle infinite tragedie africane. Come ha ribadito Mario Marazziti, presidente del Comitato permanente per i Diritti Umani della Camera, e com'era già stato precisato in passato dal ministro degli Interni Alfano, il 70% delle persone che arrivano da noi provengono da Paesi come Eritrea (dove vige una feroce dittatura), Siria, Mali (a lungo battuto da una guerra civile fomentata dagli islamisti), Nigeria (mai sentito parlare delle stragi ai danni dei cristiani della setta Boko Haram?) e così via.
Il che risolve anche l'obiezione, invero piuttosto ingenua, di coloro che accusano Mare nostrum di incentivare le migrazioni. Come se un eritreo o un siriano che, pur di lasciare un Paese in cui è impossibile vivere, è disposto ad attraversare mezza Africa rischiando cento volte la vita, prendesse la propria decisione in base all'esistenza o meno della missione italiana. Se poi l'obiezione riguarda gli scafisti che speculano sui migranti, bisogna allora ricordare che Mare Nostrum ne ha arrestati a centinaia, cosa mai avvenuta prima.
E poi c'è l'aspetto più importante: Mare Nostrum ha protetto moltissime vite che sarebbero andate perse in mare. Il Mediterraneo è diventato un cimitero di migranti, lo sappiamo. Ma non è successo l'altroieri: negli ultimi vent'anni sono 25 mila le persone scomparse in mare. Mare Nostrum non ha potuto salvare tutti, purtroppo, ma ha salvato molti: 82 mila uomini, donne e bambini nel solo periodo gennaio-settembre 2014.
Per queste e per altre ragioni possiamo dire: siamo orgogliosi di Mare Nostrum. E', come ha giustamente sottolineato Mario Marazziti, "la più grande operazione umanitaria in epoca contemporanea" ed è uno dei pochissimi titoli di merito che possiamo vantare nei confronti di un'Europa mai così lenta e ottusa nell'affrontare un fenomeno, quello delle migrazioni, che ha dei "picchi" e delle fasi di emergenza acuta ma che è comunque destinato a durare negli anni.
Mare Nostrum ha dato una risposta. Una risposta tutta italiana, generosa e organizzata. Non potrà durare in eterno, dovrà essere sostituita da altri interventi, che sono stati in larga parte già immaginati: la possibilità, per i migranti, di chiedere protezione e asilo nei Paesi di transito, prima cioè di sbarcare sulle nostre coste; la creazione di un'Agenzia europea per l'immigrazione che possa operare in territorio africano; la condivisione tra i Paesi europei degli accoglimenti e delle concessioni di asilo, perché molti migranti (siriani, somali...) in realtà non vogliono restare in Italia ma raggiungere le loro comunità del Nord Europa.
Ottenere tutto questo sarà una dura battaglia. Ma le alternative a Mare Nostrum non esistevano. Ce n'era solo una: lasciarli affogare. Per fortuna, l'Italia non è così.