Di «odio insensato» parla papa Francesco a proposito
del massacro di Orlando, in Florida. Mentre i vescovi americani sottolineano la
«violenza indicibile» della sparatoria, avvenuta in una discoteca per
omosessuali, dove sono rimaste uccise 50 persone, mentre altre 53 sono state
ferite. L’ attentatore, un uomo statunitense di origini afghane, è stato ucciso
dalla polizia. Al momento, si seguono due piste per il movente: atto omofobo o
terrorismo.
«La terribile strage avvenuta ad Orlando, con un numero altissimo
di vittime innocenti, ha suscitato nel Papa Francesco e in tutti noi i
sentimenti più profondi di esecrazione e di condanna, di dolore e di turbamento
di fronte a questa nuova manifestazione di follia omicida e di odio insensato.
Il Papa
Francesco si unisce nella preghiera e nella compassione alla sofferenza
indicibile delle famiglie delle vittime e dei feriti e li raccomanda al Signore
perchè possano trovare conforto», ha detto padre Federico Lombardi, portavoce
della Santa Sede. «Tutti - ha aggiunto - ci auguriamo che si possano
individuare e contrastare efficacemente al più presto le cause di questa
violenza orribile e assurda, che turba così profondamente il desiderio di pace
del popolo americano e di tutta l'umanità».
Quella della scorsa notte è stata una “violenza indicibile” secondo mons. Joseph Kurtz, presidente della
Conferenza episcopale statunitense. Un evento drammatico che, scrive mons.
Kurtz in una nota, «ci
ricorda quanto sia preziosa la vita umana. Le nostre preghiere sono per le
vittime, le loro famiglie e per tutti coloro che sono rimasti colpiti da tale
terribile atto»,
aggiunge il presule.
«L’ amore
misericordioso di Dio ci chiama alla solidarietà con la sofferenza ed alla
sempre maggiore determinazione nel proteggere la vita e la dignità di ogni
persona».
Sulla stessa linea si pone anche l’ arcivescovo di Chicago, mons. Blaise Cupich:«Le nostre preghiere ed i
nostri cuori sono con le vittime della sparatoria ad Orlando, con le loro
famiglie e con i nostri fratelli e sorelle omosessuali», scrive il presule in una nota. Il suo grazie
va, poi, ai primi soccorritori che hanno portato “eroicamente” aiuto ai feriti,
dando prova di «compassione
e coraggio anche di fronte ad un orrore e ad un pericolo simile».
«In risposta all’ odio
– sottolinea mons. Cupich – siamo chiamati a seminare amore. In risposta alla
violenza, la pace. In risposta all’ intolleranza, la tolleranza». Infine, il presule e tutti
i fedeli di Chicago riaffermano il loro impegno «nell’ affrontare
le cause di tale tragedia, tra cui il facile accesso ad armi letali. Non
possiamo più stare a guardare, senza fare nulla»,
conclude.