Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
lunedì 14 ottobre 2024
 
dossier
 

Orrore a Gaza colpita scuola Onu

24/07/2014  L'artiglieria israeliana ha colpito a Beit Hanun, nel Nord della Striscia, una scuola dell'Unrwa (l'ente delle Nazioni Unite per i profughi) in cui avevano trovato riparo numerosi sfollati. Il primo bilancio: 16 morti e 200 feriti.

La Striscia di Gaza si sta trasformando in una trappola sempre più insanguinata. Per i palestinesi che la abitano si riducono via di fuga e possibilità di scampo. L’artiglieria israeliana ha bombardato una scuola dell’Unrwa (l’organismo dell’Onu che aiuta i profughi). Bilancio: almeno 16 morti e 200 feriti. Nella struttura erano ospitate centinaia di persone nell’illusione di potersi salvare dai bombardamenti. Ma come la storia ci ha purtroppo già insegnato, una volta annunciata una possibile tregua, nelle ore che la precedono gli attacchi si intensificano, quasi che la follia umana debba affrettarsi a infierire prima dello stop alle armi. La tregua, che ieri sembrava vicina ma che Hamas non ha accettato, è adesso ancor più lontana. Così, nel giro delle poche ore che passano tra la sera e il mattino, altri 90 palestinesi sono morti, portando il tragico totale a 720 uccisi, in maggioranza civili.

La scuola dell’Onu, ha detto un funzionario dell’Unrwa, fungeva da rifugio per abitanti di Beit Hanun costretti ad abbandonare nei giorni scorsi le loro abitazioni, prima dell’ingresso delle forze di terra israeliana. L’ubicazione della scuola, ha aggiunto il funzionario, era nota all’esercito israeliano e il fuoco nella sua direzione, ha precisato, non è stato preceduto da avvertimenti di sorta. È la quarta volta che una struttura delle Nazioni unite viene colpita nei combattimenti in territorio palestinese.

Ma c’è anche un altro modo di “bombardare”, pacifico e, si spera, efficace. È un “attacco” di tweet per rifiutare la guerra, una campagna on line con l’hashtag #JewsAndArabsRefuseToBeEnemies (ebrei e arabi rifiutano di essere nemici) per dare un messaggio di pace in Medio Oriente. L’iniziativa spontanea, ora diventata virale, era nata due settimane fa da due amici, Abraham Gutman e Dania Darwish, un israeliano e un siriano entrambi studenti presso l’Hunter College di New York. Così, mentre la stupidità dei belligeranti continua, il mondo della Rete s’appassiona per i due ragazzi che twittano la pace, perché il mondo non resti inerte e la Striscia di Gaza cessi di essere una trappola.

Multimedia
Parents Circle, genitori insieme: un seme di speranza
Correlati
Parents Circle, genitori insieme: un seme di speranza
Correlati
Gaza, le Ong: «Abbiamo bisogno di farmaci»
Correlati
I vostri commenti
4

Stai visualizzando  dei 4 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo