Quando se ne viene colpiti, il
chiodo fisso è solo uno: «Che
prurito»! L’orticaria – il cui nome
deriva dalla parola ortica a
causa dei sintomi che ricordano
quelli da contatto con la nota pianta –
è una sindrome reattiva che interessa la
pelle ed è caratterizzata dalla comparsa
di lesioni leggermente rilevate, a margini
sfumati, di colore rosa-rosso vivo, molto
pruriginose e doloranti, chiamate pomfi .
Tende a manifestarsi frequentemente
nei bambini, in particolar modo in primavera
ed estate, e spesso la causa è da
riscontrarsi nel tipo di alimentazione e
nelle temperature più calde che caratterizzano
queste stagioni. In alcuni casi,
l’orticaria si può associare all’angioedema,
una tumefazione che coinvolge il tessuto
connettivo che è più spesso localizzato
a livello delle labbra e delle palpebre,
ma che può colpire anche le mucose come
la glottide (lo spazio dietro la laringe),
e determinare un’ostruzione respiratoria.
La forma acuta si manifesta occasionalmente
e dura pochi giorni, è scatenata
da allergeni alimentari o farmaci antinfi
ammatori non steroidei, oppiacei,
mezzi di contrasto, alcuni antibiotici,
che inducono una reazione chiamata degranulazione
mastocitaria con rilascio di
istamina. La forma cronica invece è quella
che si verifica con manifestazioni cliniche
ricorrenti, che persistono per più di
sei settimane, e colpisce prevalentemente
gli adulti.
Nella maggior parte dei casi, la causa
scatenante è sconosciuta, e perciò viene
defi nita idiopatica. Di origine autoimmunitaria è invece chiamata quando avviene
un rilascio di stamina e altre sostanze che
a loro volta provocano manifestazioni di
ipersensibilità immediata quali vasodilatazione,
contrazione della muscolatura e
altri sintomi.
Esiste però anche una forma di orticaria
causata dallo stress, ma generalmente
la sua durata non supera le 24 ore.
Tra le varie forme di orticaria ricordiamo
poi quella da freddo, scatenata
dal contatto con superfici o fluidi freddi;
quella da pressione che spesso coesiste
con la forma idiopatica, le cui lesioni pruriginose compaiono proprio in corrispondenza
delle zone cutanee di pressione
(palmo-plantari, giro vita); quella solare
e ancora quella colinergica, innescata
da esercizio fi sico intenso oppure da contatto
con acqua calda.
Di fronte a un’orticaria cronica idiopatica,
è molto importante fare una diagnosi
diff erenziale tra un’orticaria vera e una
forma meno comune dovuta all’infi ammazione
dei vasi sanguigni che irrorano
la pelle e i cui sintomi perdurano per oltre
24 ore. Occorre quindi indagare sui cibi
ingeriti, i farmaci assunti e sui segni e sintomi associati alla comparsa di lesioni
cutanee. Possono essere eseguiti test sulla
pelle per evidenziare reazioni allergiche
determinate da specifi ci allergeni: tali
indagini non sono invece necessarie se
la sindrome dura da più di sei settimane.
Nei pazienti che non rispondono al
trattamento o manifestano gravi sintomi
ricorrenti, può essere utile prescrivere ulteriori
esami per escludere altre patologie
(Ves, Pcr, emocromo, esame delle feci
per valutare eventuale presenza di parassiti
intestinali, esami tiroidei, transaminasi,
test della funzionalità renale).
Ma come si cura l’orticaria? Innanzitutto
facendo attenzione a ciò che si mangia:
è importante eliminare nella forma acuta
(e ridurre nella forma cronica) l’assunzione
tutti gli alimenti che contengono e rilasciano
istamina quali caffè, cioccolato,
formaggi stagionati, lieviti, carni lavorate
quali wurstel, salsicce, salame, prosciutto
ma anche la carne di pollo; i crostacei e
il pesce tra cui sgombro, sardine, tonno,
aringhe; e ancora yogurt, olive, sottaceti,
bevande alcoliche.
Tra le verdure ricordiamo gli spinaci,
i pomodori e quindi anche le salse di pomodoro,
i funghi, le melanzane e la zucca;
per quanto riguarda la frutta fi niscono
nella lista nera uva sultanina, mirtilli,
fragole, ananas, datteri, lamponi, ciliege,
albicocche, pesche, susine e prugne. Naturalmente,
vanno evitate anche le salse
quali maionese e panna.
Un consiglio per le neomamme: fare
attenzione nella fase dello svezzamento
del bambino e introdurre gradualmente
nella sua dieta i vari cibi, evitando di dare
in uno stesso pasto più alimenti contenenti
istamina.
Tutti i pazienti aff etti da
orticaria cronica, inoltre, non dovrebbero
assumere inibitori dell’enzima convertitore
dell’angiotensina, né aspirina o altri
farmaci antinfi ammatori non steroidei
(Fans).
Solitamente gli antistaminici arrestano
la sintomatologia, ma nei casi resistenti,
che ammontano a circa il 40 per cento, ci
si avvale dei corticosteroidi. Nei casi gravi
di angioedema di Quinke, con importante
edema della laringe, si ricorre alla
somministrazione di adrenalina, di glucocorticoidi
per via endovenosa e di farmaci
antistaminici.