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Don Luigi di Liegro l’aveva immaginato come un luogo di passaggio. Un posto dove recuperare la propria dignità, curare le proprie ferite e riprendere poi il passo per essere riaccolti da una città solidale che ha a cuore i propri figli. L’ostello di via Marsala a Roma, intitolato al direttore storico della Caritas della città, «diventa oggi la porta di Roma», ha spiegato il prefetto Franco Gabrielli intervenendo all’inaugurazione dei locali, di nuovo agibili dopo un restauro durato tre anni.
Il grande mosaico realizzato dal gesuita Marco Rupnik e benedetto oggi dal cardinale Agostino Vallini, sovrasta la porta che papa Francesco varcherà il 18 dicembre. Un monito a ricordare le tante povertà di cui farsi carico. Come il Buon Samaritano. Come Gesù. Con l’auspicio, come ha ricordato il direttore della Caritas di Roma monsignor Enrico Feroci, «che non ci sia più bisogno di un posto come questo, perché Roma ha ripreso le relazioni con i suoi figli, perché ciascuno ha ritrovato la sua casa, il suo lavoro. In questi luoghi potranno dormire circa 200 persone, la mensa Giovanni Paolo II darà tra i 500 e i 600 pasti a sera. Ma quanti restano fuori? E quanti che hanno la possibilità di lavorare sono esclusi dal mercato del lavoro? Il rammarico è per tutti quelli che restano fuori e che invece dovremmo includere».


Il restauro, che è costato 4 milioni di euro, è stato possibile anche grazie alla raccolta fondi di Ferrovie dello Stato, oltre che ai contributi, tra gli altri, di Enel cuore, Barilla, Atac, Intesa San Paolo, Telecom, Bnl, Conferenza episcopale italiana. «E' stato più facile trovare i soldi che ottenere le autorizzazioni a costruire", scherza monsignor Feroci attorniato da alcuni degli utenti dei servizi Caritas. Servizi che non si sono mai interrotti perché durante i lavori sono stati aperti i locali di via Casilina vecchia e ha continuato la sua attività la mensa di Colle Oppio. Un aiuto che intesse relazioni e fa rinascere persone. perché, come diceva don Luigi Di Liegro, oggi a lungo ricordato, "La misericordia unisce e costruisce cose che non fa né l'odio, né l'egoismo, ma nemmeno la pietà che si ferma alle parole e non esce da se stessa".





