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sabato 22 marzo 2025
 
 

I dannati della terra

22/09/2011  Si chiama "land grabbing", è l'acquisto a tappe forzate di terre fertili, soprattutto in Africa, ai danni delle popolazioni locali. La denuncia di Oxfam.

I grandi gruppi finanziari mondiali si stanno muovendo per accaparrarsi grandi estensioni di terra nei Paesi più poveri. Un po' come, dopo aver disboscato in casa propria, è partita la corsa alle foreste dell'Africa, ora in quel continente Cina ed Europa fanno shopping di terreni agricoli.


     Sono 227 milioni gli ettari di terra venduti, affittati o concessi in uso in tutto il mondo dal 2001: una superficie equivalente all’Europa nord-occidentale. Il rapporto La nuova corsa all’oro, diffuso oggi da Oxfam, stima le dimensioni mondiali del fenomeno detto land grabbing, svelando la scarsa trasparenza e la segretezza che circondano tali compravendite di terra. Su circa 1.100 accordi relativi all’acquisizione di 67 milioni di ettari, si è scoperto che il 50% delle compravendite è avvenuto in Africa e copre un’area pari quasi alla superficie della Germania. 

      L’espandersi del fenomeno, avverte Oxfam, mette in pericolo le comunità più povere, che perdono case e mezzi di sostentamento – a volte a seguito di violenze – senza essere consultate, risarcite e senza avere mezzi per fare ricorso. ”Il numero senza precedenti delle compravendite e la crescente competizione per la terra sta avvenendo sulla pelle dei più poveri del mondo. In questa nuova corsa all’oro, gli investitori ignorano i diritti delle comunità locali le cui economie si fondano sulla terra”, dichiara Francesco Petrelli, presidente di Oxfam Italia. “Lo scandalo è che l’80% delle terre accaparrate rimane inutilizzato. Questa nuova corsa all’oro si intensificherà nel futuro, a causa della crescente domanda di cibo, dei cambiamenti climatici, della scarsità d’acqua e dell’incremento della produzione di biocarburanti che sottrae migliaia di ettari alla produzione di cibo”. 

      Tutti gli indicatori economici fanno prevedere un’accelerazione della corsa alla terra nei prossimi anni. Basti pensare che quasi tre miliardi di persone vivono in regioni dove la domanda di acqua supera l’offerta. Il Corno d’Africa, ad esempio, è colpito dalla peggiore crisi alimentare degli ultimi 60 anni. Più di 12 milioni di persone sono a rischio in Somalia, Etiopia e Kenya: le prime vittime dei cambiamenti climatici. Oltre 1.300 persone al giorno, la maggior parte bambini, arrivano stremate dopo settimane di cammino al campo rifugiati di Dadaab nel Kenya orientale, vicino al confine con la Somalia. E’ il campo rifugiati più grande del mondo e accoglie oggi circa 400mila persone, sebbene sia stato costruito per ospitarne 90mila. Oxfam Italia ha lanciato una raccolta fondi, alla quale si può contribuire con un sms al 45592. 

      L’economia globale, inoltre, triplicherà le sue dimensioni entro il 2050 con una domanda crescente di risorse naturali. L’olio di palma è il più consumato al mondo ed è utilizzato in circa metà del cibo confezionato e dei prodotti per l’igiene. Si prevede che la sua produzione raddoppi entro il 2050, incrementando le aree coltivate di 24 milioni di ettari, sei volte la superficie dell’Olanda. La crescente domanda sul mercato internazionale di olio di palma sta portando alla distruzione delle torbiere e foreste pluviali indonesiane: una rapina nei confronti del pianeta e anche di chi vive nei Paesi poveri.

     Tra i casi di land grabbing denunciati da Oxfam in Africa, Asia ed America Latina basti citare la situazione in Uganda, dove almeno 22.500 persone hanno perso casa e terra in seguito all’espropriazione subita per mano della New Forest Company (Nfc), un’azienda britannica specializzata nella produzione di legname. Molte persone sarebbero state allontanate con la forza, rimanendo senza mezzi di sostentamento e la possibilità di mandare i figli a scuola. Ci sono state ordinanze del tribunale contro la Nfc e testimoni oculari hanno riferito che i dipendenti dell'azienda hanno preso parte essi stessi ad alcuni espropri. Tuttavia, la Nfc nega di essere coinvolta.

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