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Una tre giorni all’insegna di Giovanni XXIII e di Madre Teresa di Calcutta. Il 29esimo viaggio apostolico di papa Francesco in Bulgaria e Macedonia del Nord, il quarto nell’anno in corso, comincerà domenica 5 maggio e si protrarrà fino al 7. Cuore del primo giorno in Bulgaria, dove papa Roncalli è stato prima visitatore apostolico nel 1925 e poi delegato apostolico dal 1931 nel 1934, sarà la visita al Patriarca e al Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Bulgara. «Insieme», ha detto Bergoglio nel video messaggio inviato ai due Paesi che si appresta a visitare, «manifesteremo la volontà di seguire il Signore Gesù nel cammino della comunione fraterna tra tutti i cristiani».
La mattina del 6, in modo privato ma intenso, papa Francesco si recherà nel campo profughi di Vrazhdebna, aperto nel 2013, nel vecchio edificio di una ex scuola della periferia di Sofia. Qui incontrerà una cinquantina di rifugiati, tra bambini e genitori, provenienti soprattutto da Siria e Iraq.
In Macedonia del Nord, poi, primo Papa a recarsi in quel Paese, benedirà, a Skopje, la prima pietra di un santuario che sarà dedicato a Madre Teresa di Calcutta, che qui nacque nel 1910. È prevista una visita anche al memoriale a lei dedicato e che sorge sull’area dove si trovava la chiesa dove venne battezzata la religiosa. Chiesa distrutta dal terremoto del 1963. Il memoriale, dove il Papa incontrerà un gruppo di poveri e parenti della religiosa, è meta di pellegrinaggi di circa 100 mila persone all’anno e contiene alcune reliquie della suora.
Un programma intenso: dodici interventi in tutto, tra cui tre omelie, tre preghiere e sei discorsi per un viaggio all’insegna della pace e del dialogo ecumenico e interreligioso. E se in Macedonia del Nord il logo e il motto scelto richiamano al sari di Madre Teresa e all’eseguita del numero dei cattolici (meno dell’uno per cento) con la frase di Luca «Non temere piccolo gregge», in quelli per la Bulgaria, in primo piano è la Pacem in terris. «Carissimi», ha spiegato lo stesso Francesco, «il mio pellegrinaggio sarà tutto nella memoria del Santo Papa Giovanni XXIII, che nei quasi dieci annitrascorsi a Sofia come Delegato Apostolico ha creato col vostro popolo un legame di stima e di affetto che dura tutt’ora. Egli è stato uomo di fede, di comunione e di pace. Per questo ho scelto come motto del Viaggio il titolo della sua storica Enciclica “Pacem in terris - Mir na zemyata”».





