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domenica 23 marzo 2025
 
 

Padova, la città dei divieti

02/10/2014  Dalle feste di laurea al divieto di sedersi sulle panchine, dalla biancheria all'elemosina. Nell Città del Santo è tutto un diluvio di regole bizzarre dopo l'approvazione del nuovo regolamento di polizia urbana voluto dal sindaco sceriffo Bitonci. Al quale, i cittadini hanno risposto alla Totò: "Ma mi faccia il piacere..."

Qualche anno fa il quotidiano inglese The Independent la mise giù così: «Se qualcosa è divertente, l'Italia ha una legge per vietarlo». Nel mirino, le ordinanze dei sindaci con regolamenti bizzarri e divieti assurdi, da quello di costruire i castelli di sabbia perché ostruirebbero il passaggio sul bagnasciuga (Eraclea) al divieto di fare giardinaggio nel weekend (Forte dei Marmi) fino a quello di indossare gli zoccoli ai piedi (Capri). Il quotidiano svizzero Le Matin titolò: «L’Italia ha perso la brocca!».

Chissà cosa direbbero oggi se spulciassero il regolamento di polizia urbana approvato qualche giorno fa a Padova dove il sindaco leghista Massimo Bitonci s’è messo in testa di combattere il degrado a suon di divieti. L’obiettivo del primo cittadino è chiaro: «Assicurare la serena e civile convivenza e tutelare la tranquillità sociale, il decoro ambientale, la fruibilità e il corretto uso del luogo pubblico e dei beni comuni». Al quale i padovani hanno risposto alla maniera di Totò: «Ma mi faccia il piacere». E hanno cominciato a ironizzare con video scherzosi e una pagina Facebook in cui prendono in giro la campagna del primo cittadino sceriffo.

L’elenco di divieti è pressoché sterminato. C’è praticamente di tutto. Le multe vanno dai 25 ai 500 euro. Stop alle feste di laurea con il lancio goliardico di uova, farina per non sporcare il «suolo pubblico» come avviene adesso al Portello e in piazza Capitaniato. Stop ai papiri di laurea affissi ai tronchi degli alberi. 50 euro di multa per chi non raccoglie i bisognini del proprio cane. Per i propri, di bisognini, bisogna cercare «luoghi destinati allo scopo».
È vietato sedersi o sdraiarsi per terra, ed anche sdraiarsi sulle panchine o, recita il regolamento, «utilizzarle in modo improprio». All’interno delle mura del Cinquecento non si possono stendere i panni freschi di bucato. È vietato «fissare o appoggiare bici o motorini agli arredi urbani, agli alberi, ai pali, ai monumenti e a altri manufatti pubblici non destinati allo scopo». Stop agli abiti che «offendono il comune senso del pudore».
È vietato «cogliere fiori, salire sugli alberi, strappare foglie e rami, danneggiare in qualsiasi modo le piante in aree pubbliche». Occhio ad andare nei parchi con il cane al guinzaglio, si rischia la multa. 100 euro di multa per chiede l’elemosina nelle aree pubbliche o aperte al pubblico.

È vietato «bagnarsi o nuotare fuori dai luoghi destinati allo scopo». Come pure «fare il bucato o anche pulire o riparare veicoli, mobili e utensili in luogo pubblico». Multa di 100 euro per «l’uso di apparecchi altoparlanti, amplificatori del suono, petardi, giochi pirotecnici e strumenti simili che arrechino potenziale disturbo».
È vietato consumare alcolici fuori dai bar o dai plateatici. Dulcis in fundo, è vietato pure cogliere fiori, salire sugli alberi, strappare foglie e rami, danneggiare in qualsiasi modo le piante in aree pubbliche. «Il regolamento», ha spiegato l’assessore alla sicurezza, «è una summa di ordinanze in vigore in altre città». Ora a parte l’assoluta bizzarria di questi provvedimenti c’è da chiedersi: riusciranno gli agenti della municipale a farli rispettare davvero tutti? E poi, questi divieti somigliano molto alle grida di manzoniana memoria che “diluviavano” minacciando pene e castighi severi. Peccato però che non venissero mai applicati.    

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