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Ritrovare Dio con gli Esercizi di sant’Ignazio

14/02/2019  Gli “Evo” sono Esercizi spirituali che adattano il metodo ignaziano di meditazione alla vita quotidiana. In Italia si stanno diffondendo sempre di più. Ecco perché e cosa dice chi li ha praticati

«Gli “Evo” mi hanno salvato la vita». Monica De Spirito, 36 anni, impiegata all’Università di Padova,  ha partecipato nel 2016 agli Esercizi spirituali di sant’Ignazio di Loyola vissuti nella vita ordinaria, gli “Evo”, appunto. Si tratta di un adattamento del metodo ignaziano di meditazione: non si svolgono in un luogo di ritiro, ma sono pensati per essere praticabili nella vita di ogni giorno. Alla luce di questa esperienza, «sono divenuta una donna nuova», dice Monica, «più consapevole dei doni che il Signore mi fa tutti i giorni».

Il miracolo più grande di sant’Ignazio, insomma, continua ancora oggi a portare frutto: approvati nel 1548 da papa Paolo III, gli Esercizi spirituali si sono evoluti fino a incarnarsi nell’attuale contesto storico, senza però perdere freschezza e originalità. «A dire il vero, già sant’Ignazio aveva ideato una modalità alternativa al tradizionale mese di ritiro; non tutti avevano la possibilità di stare via da casa per un periodo tanto prolungato», sottolinea padre Pino Piva, gesuita responsabile nazionale dell’associazione guide Evo. «Tuttavia gli Esercizi nella ferialità sono stati pienamenti riscoperti dalla Compagnia di Gesù solo dopo il concilio Vaticano II. In prima battuta nell’area francese del Canada; poi, verso la fine degli anni Ottanta, hanno fatto breccia in Italia».

UN PERCORSO DI DUE ANNI

Sempre di metodo ignaziano si tratta, calato però nella realtà del singolo “esercitante”. Questi viene invitato ad accogliere un percorso della durata di due anni, che ricalca per l’appunto le quattro settimane di Esercizi ignaziani. Ogni quindici giorni è in programma un momento di condivisione con gli altri compagni di viaggio (solitamente il gruppo è formato da non più di quattordici persone). Alcune schede preparate dalle guide Evo fanno poi da supporto per proseguire gli esercizi nelle due settimane successive.

All’esercitante spetta il compito di trovare ogni giorno lo spazio per una sosta di meditazione e preghiera, all’interno della propria abitazione o comunque in un ambiente familiare. Viene chiesta una certa fedeltà all’appuntamento quotidiano col Signore. Ed è pure vivamente consigliato appuntare su un quaderno cosa risuona di più, a livello interiore, rispetto ai brani della Parola proposti. In agenda ci sono tre giornate intensive all’anno, durante le quali viene fatto il punto della situazione e colloqui individuali con gli accompagnatori.

Una volta finiti gli Evo, l’esercitante è invitato a proseguire in maniera autonoma il proprio itinerario di fede e a rimanere fedele alla sosta giornaliera, magari soffermandosi sul Vangelo del giorno.

«In questo contesto storico esiste una grande sete di spiritualità», aggiunge padre Piva. «Gli Evo stanno vivendo una nuova fioritura, tanto fra i laici quanto fra i religiosi».

UN CAMMINO CHE FA CAMBIARE

  

Monica ha combattuto contro un tumore al seno mentre stava partecipando agli Esercizi. «In una scheda sono stata chiamata ad ammirare le meraviglie del creato», racconta. «Dato il mio stato di salute non ero nelle condizioni di uscire di casa. L’unica cosa che potevo contemplare era un semplice piatto di spaghetti. Mi sono arrabbiata molto con Dio, eppure, nonostante la sofferenza, ho riconosciuto nel Signore la mia salvezza. Gli Evo mi hanno aiutata a entrare nella malattia, ad accettarla. Mi sono sentita amata, quando non ero in grado di voler bene a me stessa».

Lara Bertipaglia, 39 anni, è mamma di Lucia, 8 anni, e mamma affidataria di un bimbo di 9 anni: «È stato proprio durante il cammino degli Esercizi spirituali che, insieme a mio marito, abbiamo deciso di buttarci nell’avventura dell’affidamento familiare. Sembrava tutto facile, all’inizio. Un po’ alla volta, in realtà, sono venute fuori delle importanti criticità nella relazione fra me e il bambino, che di fatto non mi riconosceva come figura materna». Grazie agli Esercizi, continua Lara, «ho compreso che valori quali “famiglia”, “vita” e “accoglienza” fanno parte della mia vocazione. E ho imparato a gestire la precarietà, la possibilità di non venire subito accettata. Ho concluso l’itinerario a giugno dell’anno scorso. Tanti amici e colleghi mi vedono cambiata. Mi percepisco più forte e determinata, testimone gioiosa dell’amore incondizionato che Dio ha per me».

IL PROTAGONISTA È LO SPIRITO

C’è chi, come Michele Carraro — 51 anni, regista televisivo — divide la sua vita tra “prima” e “dopo” gli Esercizi ignaziani: «Al primissimo incontro non riuscivo a capire se quello fosse il posto giusto per me. La chiave di volta è stata realizzare che sono figlio amato: tutto mi rimandava al Vangelo. Se non mi fossi messo in discussione non sarei cresciuto così tanto. Non per merito mio, naturalmente, ma dello Spirito santo». Secondo Michele, «gli Evo, oltre a essere uno strumento per scavare in noi stessi, alla ricerca dell’autentica felicità, rappresentano una sorta di nuovo Battesimo. Adesso ho meno numeri nella rubrica, ma sicuramente più valori».

In un primo tempo Regina Gomiero, 64 anni, era restia a esternare le sue sensazioni ed emozioni agli altri compagni di viaggio. «Di fatto, sono stati loro stessi a mettermi a mio agio», chiarisce. «Ho avuto l’opportunità di confrontarmi con la mitezza e l’umanità del Signore. Mi è rimasto impresso più di tutti il passaggio sul sì incondizionato di Maria all’angelo Gabriele. In questo quadro si inserisce il discernimento, altro punto focale dell’esperienza. Dio è sempre al mio fianco, con lui sono sicura che farò sempre la scelta migliore, per un bene maggiore».

La guida spirituale Evo lavora dietro le quinte perché — per dirla con le parole di Cristina Andrian, che da anni ricopre questo incarico in Veneto — «il vero protagonista è lo Spirito santo. Noi guide», continua, «ci accompagniamo in maniera fraterna agli esercitanti. Non per suggerire cosa fare nel concreto, bensì per stimolare in loro nuove prospettive. Veniamo da una serie di corsi di formazione ad hoc: siamo dei “garanti” del metodo ignaziano, applicato con rigore ed elasticità allo stesso tempo. Favoriamo il rapporto della singola persona con Dio: è lui il vero e unico fulcro degli Esercizi».

COS’È IL METODO EVO

  

Gli Evo sono gli Esercizi spirituali di sant’Ignazio di Loyola dati nella vita di tutti i giorni. Il metodo Evo, sviluppato inizialmente in Canada, è stato elaborato e introdotto in Italia nel 1988. Oggi esiste una nutrita équipe di accompagnatori spirituali, riuniti nell’associazione Agevo, che affiancano i Gesuiti nel guidare gli esercizi. Per maggiori informazioni e per avere tutte le indicazioni rispetto ai luoghi dove si tengono gli Evo in Italia e alle date, è possibile consultare il sito internet www.agevo.it.

Foto di Beatrice Mancini

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Sant'Ignazio di Loyola, il gesuita innamorato di Dio
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