La Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione dell'indagine relativa alla vicenda di padre Paolo Dall'Oglio, il gesuita romano sequestrato nel luglio del 2013 in Siria.
Il procedimento era stato avviato per sequestro di persona per finalità di terrorismo ed è rimasto sempre rubricato contro ignoti.
La decisione della Procura, nell'indagine coordinata dall'aggiunto Sergio Colaiocco, è legata al fatto che non è possibile accertare, dal punto di vista giudiziario, la sorte del religioso.
Negli anni molteplici sono state le acquisizioni effettuate dai carabinieri del Ros incaricati degli accertamenti, da diverse autorità e anche da inchieste giornalistiche, ma non è mai emersa una prova che padre Dall’Oglio fosse in vita, facendo propendere invece per una morte nell’immediatezza dei fatti. Anche gli italiani liberati dopo essere stati sequestrati in Siria hanno sempre riferito che i carcerieri dell’Isis dicevano che Dall’Oglio è stato ucciso subito. Quello del religioso, invece, è da subito apparso un sequestro anomalo, non essendo mai arrivata una rivendicazione.
Secondo quanto ricostruito, il gesuita entrò clandestinamente in Siria dalla Turchia il 20 luglio 2013 per andare nelle zone occupate dall’Isis e il 27 luglio inviò un’email al fratello dicendo di essere a Raqqa, l’allora “capitale” del “Califfato islamico
”, per mediare la liberazione di due religiosi. L’ultimo dato certo è che il 29 luglio Dall’Oglio andò nella sede del governatorato dell’Isis e da allora si è persa ogni traccia di lui.