Sono stati celebrati giovedì mattina nella Basilica di Santa Maria degli Angeli di Assisi i funerali di padre Emidio Alessandrini dell'Ordine dei Frati Minori, (OFM). Aveva 65 anni ed era ricoverato per un’emorragia cerebrale all’ospedale San Giovanni di Roma dove è morto lunedì scorso. Padre Emidio, alla Porziuncola per diversi anni con la sua catechesi aveva guidato nel percorso di crescita e avvicinamento alla fede tanti giovani che lo hanno ricordato sui social. Trasferitosi a Roma aveva preso servizio come penitenziere presso il Collegio Sant'Antonio di Roma. Pubblichiamo il testo integrale dell’omelia del Ministri Provinciale, frate Francesco Piloni, che ha sottolineato come la Risurrezione del Signore Gesù gli avesse preso il cuore e plasmato gesti e parole.
La vita e la morte si sono affrontate in un prodigioso duello nella nostra fraternità francescana: ma la vita ha vinto! La morte fratelli sembra volerci ingannare con la sua voce grossa: poco tempo fa Maurizio, e poi Danilo, ora Emidio. Sembra volerci stordire con il dolore perché la morte è golosa e gelosa della nostra fiducia nel Risorto. Ma noi Signore crediamo che Tu sei vivo e ci vuoi vivi; noi crediamo che dal giorno della Tua Pasqua, la morte è alle spalle e non può più farci paura; noi ci stringiamo ancora di più a Te, Signore risorto, ancora più confidenti e consegnati, ancora più figli e fratelli!
Da tempo Emidio parlava ripetutamente a chi incontrava della Pasqua, della Tomba vuota, della vita eterna, quella senza data di scadenza. Diceva di non avere più paura di morire perché Cristo è morto per i nostri peccati ed è risorto per la nostra giustificazione! Siamo resi giusti perché è tolta la condanna: l’unica paura che possiamo avere è quella di non vivere all’altezza della dignità di figli amati. La sua esperienza del dolore, i primi mesi di gennaio 2020 dove aveva rischiato di morire, lo aveva reso ancora più libero e riconciliato; “ho capito S. Paolo quando dice per me vivere è Cristo e morire un guadagno”.
Siamo qui alla Porziuncola, in questo luogo incantevole, a pregare e a salutare p. Emidio, per molti di noi un pezzo della storia provinciale e francescana; per molti di voi amici qui presenti o che seguite la celebrazione con i social, un uomo di Dio, un padre e testimone, un Frate minore fino all’osso. Ognuno potrebbe raccontare per ore il bello, il buono e il vero che ha raccolto dalle sue parole e dai suoi sguardi che arrivavano giù, in profondità. Ma vorrei che fosse la Parola Dio, l’amata Parola di Dio a guidarci in questo abbraccio ad Emidio: in un incontro agli animatori vocazionali diceva: “il Vangelo ha la capacità di trasformare il kaos che abbiamo in logos; ma occorre guardare il Vangelo con occhi vergini… per questo ci vuole una formazione sana, profonda e completa su Gesù…occorre avere un grosso radar su noi stessi che se ti allontani dal Vangelo dica: Alt! Fermati”.
Proprio ieri Papa Francesco, all’udienza del mercoledì, richiamava la preziosità della Parola: “La Bibbia educa l’uomo a far sì che tutto venga alla luce della Parola, che nulla di umano venga escluso, censurato. Soprattutto il dolore è pericoloso se rimane coperto, chiuso dentro di noi…perché se il dolore non si esprime può avvelenare l’anima, è mortale”.
Il servizio ad Assisi: accoglienza e accompagnamento alle vocazioni
La vita di questo fratello e padre, dopo gli anni dell’infanzia e adolescenza a Mentana, dal suo incontro con il Signore, si può dividere in due grandi tempi: il tempo a S. Maria della Porziuncola nel Servizio Orientamento Giovani e il tempo all’Antonianum a Roma come apostolo della Misericordia, diacono delle coscienze. Mi piace condividere con voi il suo arrivo ad Assisi, all’Eremo delle Carceri, giovanissimo ventenne romano. Siamo all’imbrunire e il Guardiano dell’Eremo delle Carceri, p. Stefano Gesi, sta per andare a chiudere il cancello; trova un giovane appoggiato al pozzo che guarda nella spaccatura verso la vallata. Questo giovane piange: il frate lo avvicina e gli chiede che cosa è successo. Emidio risponde: “Il Signore mi aveva detto di venire ad Assisi oggi e qui avrei ricevuto indicazioni sulla mia strada ma non mi ha detto nulla”. “Fermati con noi a pregare, a cenare e a dormire e domani sarai più sereno” si sente dire. Emidio viene accolto e troverà la sua strada: di più, troverà lo stile della sua vocazione francescana, l’accoglienza!
Praticare l’ospitalità significa fare come fa Dio, assomigliargli nei gesti e nei modi. Quante occasioni perse in spazi occupati dal nostro io ingombrante e capriccioso, spazi che si accaparrano pezzi significativi di vita che ci fanno credere pieni, lasciandoci invece gonfi e soli. Questa esperienza per Emidio diventa uno stile di vita che manterrà sempre e con tutti; l’accoglienza benevola e gratuita anche di chi sembra “strano” e sembra farti perdere tempo, diventa un tratto unico della sua paternità perché, come dice Newman, “il cuore lo riempie solo chi lo ha creato” e Dio lo vuole fare con tutti i suoi figli. Gli Atti degli Apostoli, con il racconto di Filippo e l’eunuco, descrivono il tempo vissuto da Emidio alla Porziuncola nell’annuncio e nell’accompagnamento di molti giovani alla ricerca del loro posto in questa esistenza. Annuncio alle folle, accompagnamento personale; “il metodo di Gesù è parlare alle folle e fare discepoli”. Annuncio di Gesù che viene a liberare da una vita sterile e borghese, annoiata e vuota; annuncio di un Dio che non salva dalla morte ma che salva nella morte; annuncio di Gesù, Guerriero innamorato che duella con la morte, uccide la morte e fa trionfare la vita.
L’essenza di Dio è amarti! La nostra missione: far amare l’Amore! Diceva Turoldo: “Noi moriamo di tristezza perché adoriamo cose da nulla, perché scegliamo amori da nulla, amori che non trafiggono il cuore!”. Ascoltare Emidio era un piacere e un dolore, apriva e faceva vedere squarci di orizzonti mai visti prima ma sempre desiderati; soprattutto ti aiutava a riconoscere il fine giusto degli eventi cosicché la lotta giornaliera non fosse sbagliata. Filippo è capace di fare la domanda giusta nel momento perfetto: “Capisci quello che stai leggendo? E come potrei se nessuno mi guida? E invitò Filippo a salire sul carro”.
Ecco l’altro grande servizio di p. Emidio: l’accompagnamento. Salire sul carro e saper riconoscere tra le parole, la Parola che si fa strada e che domanda di essere accolta e vissuta. È un carisma quello che ha svolto umilmente e che negli anni si è arricchito di esempi, testimonianze di vita, miracoli visti. Accompagnamento che ha portato molti giovani a entrare con gioia, si con gioia, nella propria identità, vocazione e missione. Ultimamente aveva detto al Master di Pastorale vocazionale: “La vocazione è una missione che Dio affida a qualcuno come se fosse lui stesso a portarla avanti”. Quanto gli dava piacere accompagnare, per un tratto di storia, la vita chi lo desiderava, un piacere che gli costava il sangue e il sonno; amore e sacrificio perché diceva “quando uno diventa cristiano sul serio, cambia l’aria: pensa come Cristo, parla come Cristo, agisce come Cristo”.
P. Emidio non lo capivi subito, non era un distributore di soluzioni a buon mercato perché chi è padre punta a formare e trasformare le profondità della persona con la pazienza dell’agricoltore. Non dava soluzioni, consegnava semi.
Padre Emidio a Roma: il ministero del penitenziere
L’altro periodo è il suo servizio a Roma all’Ordine dei Frati minori all’Antonianum; colgo l’occasione per ringraziare di cuore p. Stefano e p. Alfredo che si sono presi cura di Emidio e benedire il Signore per i nostri Frati a servizio dell’Ordine a Roma. Questi anni romani Emidio continua ad annunciare il Vangelo e soprattutto a servire e formare le coscienze perché è questo il sacrario dove scegliamo come vivere e dove si opera il discernimento, collaborando con lo Spirito Santo.
La parola del Vangelo "Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno…chi crede ha la vita eterna", descrive il ministero del penitenziere, dell’apostolo della misericordia, dell’accompagnatore. Quando scopri che nella Tomba il cadavere non c’è più, quando sono state eliminate le prove della nostra condanna dalla Risurrezione di Cristo, non puoi tacere la misericordia; ne diventi strumento, desideri liberare i fratelli dal senso di condanna che schiaccia “perché il problema non sono i pesi ma è non sapere perché li portiamo e a chi li diamo”.
Mercoledì scorso ai Frati di san Mauro, in un incontro a distanza, Emidio diceva: “le ferite te le fanno gli uomini ma quanto durano lo decidi tu!”. Dove c’è un cristiano maturo, cambia l’aria: lo stile del discepolo è la bontà e la misericordia, è lo stile dell’Agnello mansueto. Da questo vi consoceranno: se vi amate fino a perdonarvi, sapendo che quello che fai o che non dai riecheggia per l’eternità.
C’è tanta gratitudine amici per questo uomo di Dio. Ho voluto tornasse, anche se per poco, alla Porziuncola, varcando questa porta del paradiso che tanto ha amato; questa porta è segno di quella vera che introduce alla gloria del Padre. Sorella morte è arrivata lunedì, in tarda sera, mentre molti pregavano per lui con una preghiera di Newman con la quale, ora, ti salutiamo e benediciamo caro Emidio. Continua con tutti noi la tua paternità, trova tu i modi di farti presente per attirarci sempre più al Padre.
La preghiera: "Guidami Tu, Luce gentile"
Guidami Tu, Luce gentile, attraverso il buio che mi circonda, sii tu a condurmi! La notte è oscura e sono lontano da casa, sii Tu a condurmi! Sostieni i miei piedi vacillanti: io non chiedo di vedere ciò che mi attende all’orizzonte, un passo solo mi sarà sufficiente. Non mi sono mai sentito come mi sento ora, né ho pregato che fossi Tu a condurmi. Amavo scegliere e scrutare il mio cammino; ma ora sii Tu a condurmi! Amavo il giorno abbagliante, e malgrado la paura, il mio cuore era schiavo dell’orgoglio; non ricordare gli anni ormai passati. Così a lungo la tua forza mi ha benedetto, e certo mi condurrà ancora, landa dopo landa, palude dopo palude, oltre rupi e torrenti, finché la notte scemerà, e con l’apparire del mattino rivedrò il sorriso di quei volti angelici che da tanto tempo amo e per poco avevo perduto.