Forse non tutti sanno che, cento anni fa, papa Benedetto XV, nell’enciclica missionaria Maximum Illud, spiegò con chiarezza e lungimiranza che la missione evangelizzatrice nel mondo non poteva assolutamente essere richiamata a giustificazione delle chiusure nazionalistiche ed etnocentriche delle potenze coloniali del tempo. Da attento osservatore delle vicende umane, il Pontefice genovese – che definì la Prima guerra mondiale «l'inutile strage» – scrisse con coraggio profetico che l’annuncio del Vangelo non poteva essere confuso con le strategie di quelle nazioni europee che intendevano salvaguardare i propri interessi economici, politici e militari nelle terre di conquista. Prendendo lo spunto da questo centenario, papa Francesco ha indetto per ottobre il Mese missionario straordinario, con l’intento dichiarato di risvegliare la coscienza dei credenti, chiamati ad annunciare e vivere Dio a partire dalla propria situazione di vita (famiglia, lavoro, rapporti sociali). Si tratta, in sostanza, di prendere atto di una vocazione davvero “cattolica”, non foss’altro perché oggi, guardando alla vecchia Europa, c’è purtroppo ancora chi crede all’identificazione del cristianesimo con l’Occidente, dimenticando, per esempio, che Gesù Cristo, Dio fatto uomo, era un mediorientale e che, probabilmente, se oggi gli apostoli, in quanto palestinesi, fossero venuti in Europa, sarebbero stati considerati migranti economici, avendo già in patria un mestiere dignitoso, quello di pescatori.
A questo proposito, nel tradizionale Messaggio per la Giornata missionaria mondiale – che quest’anno si celebrerà il 20 ottobre sul tema “Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo” – il Papa ci ricorda che la Chiesa, per sua vocazione, deve essere «in uscita fino agli estremi confini». Da rilevare che i missionari/e italiani/ e che operano oggi nelle giovani Chiese sono circa 8 mila e rappresentano il valore aggiunto della nostra società. Proprio nel contesto di questo Mese missionario, si celebrerà a Roma l’Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per riflettere sul tema “Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale”. Un modo concreto per comprendere che, nella grande cornice della “casa comune” dei popoli, le periferie del mondo – nella fattispecie l’Amazzonia – ci interpellano come credenti. Grazie anche alla testimonianza dei nostri missionari.
(immagine in alto: papa Francesco benedice una Suora Missionaria della Carità durante l'udienza in Vaticano il 3 settembre 2016,. Foto Reuters)