Le reliquie di san Massimiliano Kolbe potranno essere venerate nella Basilica di San Bartolomeo all'Isola Tiberina, a Roma, santuario dei Nuovi Martiri del XX e XXI secolo affidato alla Comunità di Sant'Egidio.
Con la cerimonia del 13 aprile, infatti, sono consegnate alla basilica le reliquie del francescano polacco che fu definito «patrono del nostro difficile secolo» da san Giovanni Paolo II. Già nel 2012 il cardinale Kazimierz Nycz aveva portato a Roma le reliquie di Karolina Kózkówna, Stanislaw Starowieyski e padre Jerzy Popieluszko
Entrato giovanissimo nell'ordine dei frati minori conventuali, padre Kolbe fondò la «Milizia dell'Immacolata»,  ed edificò, nel 1922, padre Kolbe edificò nei pressi di Varsavia il convento di Niepokalanow, la «Città dell'Immacolata». Nel 1930 partì missionario per il Giappone e l'India, e tornato in Polonia, fu arrestato pochi giorni dopo l'invasione tedesca. Nel 1941 fu deportato nel campo di concentramento di Auschwitz, dove il 14 agosto 1941 offrì la sua vita in cambio di quella di un padre di famiglia, condannato a morte nel «blocco della fame» per rappresaglia dopo la fuga di un prigioniero. Ad Auschwitz, scrisse nel 1976 Giovanni Paolo II, allora arcivescovo di Cracovia, «morì un uomo, ma l'umanità si salvò». Nel corso della cerimonia, presieduta da monsignor Marco Gnavi della Comunità di Sant'Egidio e da fra Marco Tasca, ministro generale dei Frati Minori Conventuali, con le reliquie, viene consegnato un orazionale, con la seguente dedica autografa del 1937: «A fratel Jaroslaw. Maria. Colui che ama devotamente l'Immacolata, si salverà, diverrà santo ed altri condurrà alla santità. Fratel Massimiliano Maria Kolbe».