Padre Mario Collarini
Dodici mesi fatti di carta: quella di un tempo, leggera, dai colori pastello e i disegni a matita, con le note a fianco e i proverbi in corsivo. Oggi come allora il Calendario di Frate Indovino campeggia nelle case di milioni d’italiani con quella sua aria antica, che ancora non ha conosciuto la frenesia del mondo social. Se ne sta lì, su tavolini, credenze o scaffali a scandire giorni, settimane e stagioni. Pagina dopo pagina, aforisma dopo aforisma. In questo domestico crocevia tra passato e presente sono incappate intere generazioni, tanto che nel 2019 il calendario taglierà il traguardo della 75a edizione. La sua storia è così lunga da superare persino quella del proprio fondatore: Frate Indovino, ossia padre Mariangelo da Cerqueto, è mancato nel 2002.
A raccogliere il suo testimone è stato chiamato padre Mario Collarini. Il superiore lo scelse in virtù della sua lunga esperienza maturata nel campo dell’editoria: per 26 anni Collarini, gualdese di Morano Osteria (Perugia), ha diretto la Voce serafica di Assisi. In realtà, a ben guardare, le strade di Mariangelo e Collarini si erano già incrociate in passato, fin dal primo vagito di quest’ultimo.
LA STAFFETTA TRA I FRATI
Collarini nasce infatti proprio nel 1944 quando Frate Indovino ebbe l’idea del calendario, stampato poi nell’anno seguente. Lo spunto gli venne leggendo la Voce serafica di Assisi: testata che, anni dopo, sarebbe stata diretta da Collarini. Inoltre, essendo entrambi frati francescani cappuccini, Mariangelo e Collarini si sono conosciuti personalmente: «Di lui ricordo in particolare la serenità e l’amabilità del carattere. Oltre che la passione per i funghi», racconta Collarini. «Ne era molto goloso e a me piaceva raccoglierli. Così, un giorno, gli portai una cesta di funghi e lui, per la gioia, si mise a battere le mani: un gesto quasi puerile, ma che restituisce tutta la genuinità di quell’uomo».
Ora, però, è lui il nuovo Frate Indovino: «La strada e il lavoro erano già tracciati, io mi sono limitato a portarli avanti», si schermisce. «Quello che mi sta particolarmente a cuore è il messaggio: il grillo sparlante, gli aforismi e i proverbi sono, diciamo così, la coreografia. Il cuore del progetto editoriale è veicolare un messaggio sui valori». Da qui parte infatti la costruzione del calendario: il primo passo è l’identificazione del tema da associare all’anno. Solo dopo averlo individuato, si procede a declinarlo in concetti, sezioni e proverbi. Un lavoro che Collarini porta avanti praticamente da solo, di anno in anno, leggendo saggi, libri e approfondimenti. «In passato c’è chi ha definito il calendario come un pulpito di carta», continua Collarini. «Vuole infatti essere uno strumento al servizio della comunità, ma è anche un aiuto per me stesso: idearlo, scriverlo, curarlo mi fa ringiovanire nell’animo».
Il tema scelto per il 2019 è: Conquiste di ieri, conquiste di oggi. Sebbene l’evoluzione sia foriera di cambiamenti positivi per l’umanità, non bisogna dimenticare la ricchezza del nostro passato, che è tutto fuorché da rottamare.
IL FASCINO DELLA SAGGEZZA
Futuro e memoria devono riuscire a dialogare tra loro, dando vita a un fruttuoso circolo virtuoso. «Prendo spunto dalla realtà e da tutto ciò che ci circonda: attualità, mass media, società. C’è chi sosteneva che Frate Indovino avesse delle doti di preveggenza. In realtà il suo vero talento è sempre stato quello di saper leggere la realtà e cogliere i segnali di cambiamento».
Un esempio su tutti: nel 1952 Mariangelo decise di cambiare il nome della rubrica Le massaie in Per le donne, anticipando di fatto le battaglie del femminismo. Tuttavia, se in passato a conquistare erano le capacità divinatorie di Frate Indovino, oggi invece il Calendario piace soprattutto per la sapienza antica delle sue pagine (per le previsioni c’è Paolo Fox…). Nell’era dei social, dove imperano il relativismo delle fake news e tutti sembrano detentori della verità, si sente la nostalgia di quella saggezza popolare che bacchetta dolcemente, tenendo viva la memoria degli ideali. «La saggezza popolare è Sapienza e non cambia con il tempo, per il semplice fatto che non siamo in grado di inventare peccati nuovi: la bugia di ieri è la bugia di oggi», chiarisce Collarini. «Per esempio, trovo sia ancora molto attuale l’aforisma che recita: l’onestà è una virtù rara, ma non contagiosa».
LE TANTE ALTRE INIZIATIVE
L’attività di Collarini non si esaurisce solo con il calendario: la casa editrice pubblica anche libri, manuali, nonché un mensile in abbonamento. Inoltre in occasione del 75° anniversario ha realizzato a Napoli, città capitale dei presepi, la terza edizione del Presepio emozionale. Allestito fino al 6 gennaio nel complesso monumentale di Santa Chiara, ricostruisce un tipico villaggio medievale dell’Appennino umbro a grandezza quasi naturale. I visitatori possono entrare nel presepe e, facendosi largo tra le statue cartonate, arrivare fino alla mangiatoia. «Camminare dentro il presepe è un’emozione unica», commenta padre Collarini, «non bisogna temere di legare ai sentimenti l’esperienza del Natale: sono un aspetto importante della nostra vita».