Padre Jacques Mourad.
Rapito il 21 maggio, liberato il 10 ottobre, ha raccontato ieri il suo calvario. «Quasi tutti i giorni c’era qualcuno che entrava nella mia prigione e
mi domandava ‘chi siete?’. Io rispondevo: ‘sono nazareno, cioè
cristiano’. ‘Allora sei un infedele’, gridavano. ‘E visto che sei un
infedele se non ti converti ti sgozzeremo con un coltello’. Ma io non ho
mai firmato l’atto di abiura del cristianesimo». Così il sacerdote
siro-cattolico Jacques Mourad, in un’intervista al Tg2000, il
telegiornale di Tv2000, ha svelato alcuni particolari della sua
prigionia in Siria durata circa 5 mesi. Padre Mourad, priore del
monastero di Mar Elian ad Al Qariatayn, a sud-ovest di Homs,
appartiene alla stessa comunità fondata dall'italiano padre Paolo Dall'Oglio, a sua volta rapito nel luglio 2013.
«Questo è il miracolo che il buon Dio mi
ha dato», ha proseguito padre Mourad: «mentre ero prigioniero aspettavo il giorno della mia morte ma
con una grandissima pace interiore. Non avevo alcun problema a morire
per il nome di nostro Signore, non sarei stato il primo né l’ultimo, ma
uno tra le migliaia di martiri per Cristo». Il religioso ha fornito qualche dettaglio sul suo sequestro: «sono stato prelevato il 21 maggio dal monastero di Mar Elian da alcune persone
armate che mi hanno catturato insieme a un altro giovane. Erano di un
gruppo del Daesh, cioè dell’Isis, proveniente dalla città di Al Qariatayn.
Per i primi quattro giorni siamo rimasti sulle montagne, chiusi in una
macchina del monastero su cui ci avevano portato via. Poi siamo stati
condotti a Raqqa e laggiù siamo stati tre mesi in una prigione vicino
alla città. Finché l’11 agosto siamo stati condotti nei pressi di
Palmira, dove sono prigionieri altri 250 cristiani della città di Al
Qariatayn».
Padre Mourad ha rivelato, inoltre, alcuni particolari della sua
liberazione: «Mi sono camuffato per lasciare Al Qariatayn e sono fuggito
su una moto con l’aiuto di un amico musulmano. Ma adesso sto lavorando
con un prete ortodosso e altri amici beduini e musulmani per far uscire
gli altri 200 cristiani ancora prigionieri. Proprio lunedì 12 ottobre, ad esempio
sono potuti scappare altri 40 cristiani. Voglio ringraziare tutti quelli che hanno
pregato per la mia liberazione. E’ un miracolo che un prete sia stato
liberato dalle mani dell’Isis».