Dopo mezzo secolo di insistenti richieste, in particolare da parte di pastori e catechisti, la commissione di esperti incaricata fin dal 1988 per una nuova versione ufficiale della Bibbia in lingua italiana, ha deciso, soprattutto con intenti pastorali, di tradurre la frase in questione con «non abbandonarci alla tentazione». Cioè con un’immagine non tanto fedele alla lettera quanto piuttosto al significato dell’invocazione, personalizzando in qualche modo la stessa tentazione. I vescovi italiani, in occasione della nuova traduzione del Messale Romano (che è in fase di pubblicazione), hanno saggiamente ritenuto opportuno omologare la preghiera del Padre nostro da parte dei fedeli al testo presente nella Bibbia dal 2008. Sarebbe stata possibile un’altra traduzione? Certamente, ma questa è quella che, a partire dalla pubblicazione del Messale, dovrà unirci nella preghiera comune. Una nota degli stessi vescovi a Mt 6, 13 accenna ad altre possibili traduzioni che, sebbene con sfumature diverse, esprimono la stessa fondamentale domanda di aiuto.