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martedì 26 settembre 2023
 
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Padre Occhetta: «Con questa crisi di governo abbiamo perso la bussola»

20/01/2021  L'analisi dell'attuale situazione con il sociologo gesuita, fondatore della scuola di politica "Comunità di connessioni". «Siamo come una nave in cui il comandante anziché trasmettere la rotta trasmette il menù di bordo»

Francesco Occhetta.
Francesco Occhetta.

La gente continua a non capire questa crisi di governo  e nemmeno le sue cause profonde, in un momento così tragico della lotta alla pandemia, nel mezzo di una tempesta mondiale. E per la verità nemmeno il mondo. «Come mi insegnava il cardinale Martini, distinguere gli elementi di una crisi è principio di libertà, fonderli è l’inizio di ogni schiavitù», spiega padre Francesco Occhetta, gesuita, politologo e fondatore della scuola di politica “Comunità di connessioni”. Niente di meglio che ricorrere a lui per cercare di capire questa strana crisi innescata dal leader di Italia Viva Matteo Renzi, nel bel mezzo di un contagio mondiale, mentre l’Italia si appresta a somministrare 60 milioni di vaccini.  «Le crisi», continua Occhetta, «sono fisiologiche ma per superarle occorre distinguere “cosa” le nutre, il “come” si manifestano  e il “perché” nascono. Nel merito Italia Viva ha rivendicato punti concreti, come ad esempio il Mes, e più collegialità. Il metodo scelto di ritirare la propria componente di Governo, ha però falsificato il merito di migliorare ciò che si chiedeva. Per questo si è parlato di Ministre “dimesse” (da Renzi) e non dimissionarie al punto che l’opinione pubblica non ha capito le intenzioni morali che hanno ispirato quella scelta. Gli scenari che si aprono sono tutti deboli e dall’esito incerto. Ci sono altri due elementi che hanno generato la crisi. L’attuale alleanza di governo è nata “contro” le elezioni anticipate e non si è trasformata “a favore” di un progetto comune. Bastava raccogliere l’invito del Presidente Matterella per ritrovare l’unità nel rispetto delle differenze. Purtroppo la crisi italiana risente quella delle democrazie occidentali. Negli Usa, per esempio, a pochi giorni dall’insediamento del presidente Biden si è votato l’impeachment contro Trump».
C'è chi tra le cause dello strappo cita anche le differenze comportamentali di Conte e Renzi, un certo narcisismo di fondo. C'entrano i tratti umani e psicologici? Chi è più narcisista tra Conte e Renzi?
«Anche leader come Churchill e Mitterrand, Dossetti e Kohl e altri ancora avevano le loro belle personalità. La complessità della politica non si riduce ai leader, è soprattutto volontà di costruire e mediare tra forze politiche diverse per rappresentare tutti soprattutto i deboli e gli esclusi. La pandemia ha trasforma tutto in emergenza, ma la coscienza sociale del Paese ha bisogno di andare oltre i sussidi e ritrovare le ragioni della responsabilità e del sacrificio da fare e la rotta verso cui andare. Bucare la barca significa affondare tutti. Altrimenti lo scenario è quello descritto da Kierkegaard quando paragonava le crisi della politica a una nave in cui chi comanda trasmette dal megafono non più la rotta ma il menù del giorno. Questa è la responsabilità delle forze di governo».
Si può leggere questa rottura alla luce di diversi interessi e gruppi di riferimento che fanno capo al leader di Idv e al premier? Renzi mira a capeggiare l'insofferenza di tanta gente, studenti, professori, imprenditori, partite Iva, persone che hanno perso il lavoro o l'attività e scivolano nell'indigenza e vorrebbero riaprire tutto e subito?
«L’insofferenza è come la benzina, può servire al motore per ripartire o può incendiare il presente. Lavoro, scuola, sanità, innovazione tecnologica e riforma della Pubblica amministrazione sono tra i temi urgenti a cui dare risposte concrete. Il Paese ha il maggior numero di morti per coronavirus in Europa, il minor numero di giorni di scuola in presenza e il peggior calo del Pil. Secondo il Cnel la situazione rischia di diventare “esplosiva” con l'interruzione della “Cassa integrazione guadagni Covid” e la fine del blocco dei licenziamenti».
Qual è il ruolo del capo dello Stato in questi frangenti?
«Il Presidente Mattarella è anzitutto il garante delle regole del gioco costituzionale, vigila e controlla l’operato del Governo e del Parlamento, è una guida morale con ruolo maieutico per le forze politiche. Nelle varie crisi del suo mandato ha dovuto gestire un peso che tutti gli attori in campo gli hanno volentieri scaricato, ma occorre sostenerlo culturalmente e spiritualmente perché anche le rocce si possono sgretolare. Basti un esempio: tutti hanno applaudito il suo discorso di fine d’anno ma in pochi hanno raccolto il suo invito all’unità e alla ricostruzione».
Anche la Chiesa ha lamentato l'irrazionalità di questa vicenda politica, davvero incomprensibile in un momento in cui c'è bisogno di unità per sconfiggere un nemico comune, la pandemia.
«Il mondo cattolico può essere enzima per ricomporre la crisi, nella posizione della Cei si invita a guarda lontano, ma occorre ritrovare l’unità perduta da ricostruire intorno ai temi della dottrina sociale della Chiesa. il compito è quello di custodire il metodo democratico, aiutare l’applicazione del Recovery plan attraverso un nuovo modello di sviluppo integrale, formare una nuova classe dirigente, riconciliare le tensioni tra credenti impegnati in politica, dare speranza senza alimentare le paure. La Settimana sociale dei cattolici italiani di Taranto nel prossimo ottobre sarà una tappa di questo cammino».

L'intervista integrale è pubblicata sul numero di Famiglia Cristiana in edicola da domani

 
 
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