Una famiglia prega davanti al corpo di San Pio nella cripta della Chiesa a lui dedicata a San Giovanni Rotondo (foto Cosmo Laera)
«Per noi confratelli di Padre Pio quest’evento è un grande onore ed una grande responsabilità». Così frate Francesco Dileo, rettore del Santuario dedicato a San Pio da Pietrelcina, commenta l’evento giubilare dell’esposizione nella Basilica Vaticana del corpo del Santo. In quanto rettore, Dileo è anche responsabile delle operazioni tecniche del trasporto che avverrà, spiega, in auto e nella massima sicurezza.
Perché questo può essere considerato un evento storico?
«Perché è la prima volta che le reliquie del corpo di san Pio da Pietrelcina vengono traslate da San Giovanni Rotondo in un’altra città. La prima traslazione può essere considerata quella del 19 aprile del 2010, quando il Santo, dopo l’esumazione, avvenuta il 2 marzo 2008, e dopo il tempo della prima e temporanea ostensione per la venerazione pubblica, è stato trasferite dalla cripta del Santuario di Santa Maria delle Grazie, il luogo della sepoltura, avvenuta il 26 settembre 1968, alla nuova chiesa, realizzata su progetto dell’architetto Renzo Piano e dedicata il 1° luglio 2004. Proprio nella chiesa inferiore è attualmente custodito ed esposto permanentemente il corpo di Padre Pio. Siamo rimasti, però, sempre nell’ambito dell’area sacra del santuario e nell’ambito della stessa città».
Quali saranno le modalità tecniche di traslazione a Roma?
«Si tratta di un’operazione delicata che comporta chiaramente la messa in atto di una macchina organizzativa, per certi versi, molto complessa. In primo luogo stiamo pensando alla massima sicurezza, perché l’urna contenente le reliquie del Santo non subiscano dannose sollecitazioni durante il trasporto, che avverrà con un idoneo automezzo furgonato. Fra le accortezze che verranno prese, tra l’altro, c’è anche quella di frapporre un “tappeto” ammortizzante fra l’urna e il basamento su cui sarà collocata, al fine di attenuare le naturali vibrazioni durante il percorso. L’urna, inoltre, sarà protetta da una seconda copertura in plexiglass, per evitare ogni contatto diretto con la teca. Numerose, dunque, le competenze coinvolte perché tutto possa procedere bene, riducendo al massimo rischi e pericoli durante la traslazione. Le forze dell’Ordine, cin tutti gli spostamenti e le soste programmate, con un servizio di scorta e di vigilanza garantiranno la massima sicurezza».
Cosa rappresenta per voi francescani la permanenza dei due vostri santi confratelli, San Pio e San Leopoldo Mandic, nella Basilica Vaticana?
«Un grande onore ed una grande responsabilità. Abbiamo accolto con meraviglia e, ad un tempo, con grande gioia e commozione, nonché con profonda riconoscenza, il “vivo desiderio” del Papa di traslare le reliquie del corpo di Padre Pio in Vaticano per l’inizio della Quaresima. L’Anno della Misericordia rappresenta un tempo favorevole per ravvivare la nostra fede, che, come dice il Santo Padre nella Bolla di indizione Misericordiae vultus, sembra trovare proprio nella parola “misericordia” la sua sintesi. San Pio non a caso è considerato uno dei più grandi santi della misericordia. Quindi sarà un’occasione propizia per riscoprire il messaggio cristiano, incarnato e profuso dal venerato Confratello, la cui missione, tra l’altro, può essere racchiusa proprio nel suo ministero sacerdotale, che lo ha reso strumento della misericordia di Dio. Misericordia sperimentata prima di tutto nella sua persona e poi fatta sperimentare ai tanti fratelli e sorelle che accorrevano a lui, soprattutto mediante il sacramento della confessione. Dal Vaticano, dunque, in questo speciale anno, può ripartire con maggiore forza e vigore l’immutabile messaggio di amore per Dio e per i fratelli, testimoniato, fra l’altare e il confessionale, da san Pio da Pietrelcina».