«Padre Pio mi ha voluto sacerdote. Proprio quando stavo cambiando idea, lui mi ha donato la forza spirituale per compiere il mio cammino e mi ha concesso di servirlo all’altare per ben due volte, da seminarista e da sacerdote». E adesso, a 88 anni, don Paolo Cecere, dopo una vita spesa a curare il prossimo e dopo aver fondato una chiesa benedetta da San Pio, si impegna a diffondere la devozione nei confronti del frate cappuccino che ha conosciuto quando era poco più che un bambino. A lui sono state affidate alcune reliquie di Padre Pio, che fino al 28 settembre è possibile venerare nelle chiese di Castellammare di Stabia, una città situata tra Napoli e Sorrento. Prima gli ultimi, per poi arrivare a tutti. Il pellegrinaggio delle reliquie, un guanto impregnato del sangue delle stimmate e un saio, è cominciato in due residenze per anziani nella parte collinare della città, due ‘oasi’ la prima dedicata a San Francesco e la seconda a ‘Santa Rita’.
Il 24 settembre invece sono visibili nella Chiesa del Santo Spirito nei pressi della Reggia di Quisisana e nella chiesa dedicata a San Michele (a cui padre Pio era molto devoto), nel quartiere di Scanzano per restarci fino a domenica 26. In quella stessa giornata le reliquie sono accolte nella Basilica della Madonna di Pozzano. Insieme con don Paolo Cecere, ai Padri Minimi, custodi della Basilica di Pozzano, c'è anche padre Ciro Polverino, Guardiano del Convento dei Cappuccini di Sant’Agnello.
“Portare le reliquie di Padre Pio direttamente agli ammalati vuol dire creare ancora una volta un’occasione per ricordare l’attenzione e l’amore che occorre provare nei confronti degli ultimi - spiega don Paolo Cecere - raccoglierci preghiera per non lasciare nessuno indietro, nessuno solo. Come ha fatto lui con me. Lui non mi lasciò solo e io, dopo la mia prima confessione con lui nel 1949 trovai nuovamente quella forza e quel desiderio di diventare prete”. Don Paolo ricevette la sua prima ‘chiamata’ quando aveva solo 8 anni. Ma figlio di un ateo, quando comunicò la sua decisione, la famiglia non accettò a buon viso. Solo alcuni anni dopo, grazie ad uno zio che organizzava pellegrinaggi a San Giovanni Rotondo suo padre ebbe una conversione e accettò la decisione del figlio. Decisone che nel frattempo era cambiata. “Solo la confessione con Padre Pio mi fece cambiare idea. Terminai il mio percorso da seminarista e il 7 luglio del 1957 fui ordinato sacerdote. Mio padre volle tornare da Padre Pio e in quell’occasione ebbi il dono di poterlo affiancare all’altare nel celebrare messa nella chiesetta piccola”.