È una Palermo che vuole ricordare quella che si è ritrovata in veglia di preghiera alla vigilia del ventesimo anniversario dell’uccisione di padre Pino Pugliesi. Il sacerdote di Brancaccio, “tre P”, come affettuosamente veniva chiamato, continua a essere punto di riferimento per il quartiere Brancaccio, per la città, per chi sa che è la quotidianità che può sconfiggere la mafia. Ucciso “in odium fidei”, recita la motivazione che ha spinto papa Francesco ad approvare la beatificazione del sacerdote ucciso davanti alla porta di casa il 15 settembre 1993, giorno del suo 56esimo compleanno.
“In realtà, però, è lui che ha vinto, con Cristo Risorto”, ha detto il Papa. E proprio queste parole sono state prese come slogan delle celebrazioni, che, dopo la veglia, che è stata presieduta da don Luigi Verdi, il sacerdote che segue la comunità di Romena, vicino Arezzo, prevedono un pellegrinaggio, nel pomeriggio, della sua comunità di Brancaccio per portare i fiori in Cattedrale, sulla sua tomba, e la messa presieduta dal cardinale di Palermo Paolo Romeo. Da Roma intanto il presidente della Repubblica Giorgio Napoletano ha destinato una medaglia per ricordare il ventennale.
La presidente della Camera Laura Boldrini ha esortato a “far proprio l'insegnamento del Beato e non rassegnarsi a convivere con la realtà della mafia. Occorre dare nuovo impulso a tutte le iniziative ed attività educative che si pongono come fine quello di combattere l'illegalità: rafforzando l'opera di promozione e diffusione dei valori civili del rispetto delle regole e delle leggi”, ha scritto la Boldrini. “Solo così”, sottolinea la presidente, “potremo gettare le basi per la costruzione di una società migliore, rendendo altresì il giusto tributo alla memoria di quegli uomini, che come il beato Pugllsi, hanno sacrificato la loro vita per la difesa della legalità”.